Secondo Pechino, "data la natura virtuale del cyberspazio è necessario disporre di prove chiare" quando si accusa qualcuno
La Cina rispedisce al mittente le accuse dell'amministrazione Biden, dell'Europa e degli alleati Usa sui massicci attacchi contro i server di Microsoft. Attraverso due note separate diffuse dalle ambasciate in Australia e Nuova Zelanda, Pechino ha parlato di accuse "totalmente infondate e irresponsabili" e frutto di "diffamazione dolosa" e ha descritto Washington come "il campione mondiale degli attacchi informatici dannosi".
L'amministrazione Biden, l'Ue e diversi alleati, inclusa la Nato, avevano accusato la Cina di essere complice, se non direttamente il mandante, della promozione di un "ecosistema criminale di hacker a contratto che svolgono sia attività con la sponsorizzazione dello Stato sia crimini informatici per il proprio guadagno finanziario", mantenendo un atteggiamento "irresponsabile, distruttivo e destabilizzante" per la sicurezza.
Nello specifico, i fatti contestati sono le violazioni dei mesi scorsi, da gennaio a marzo, a carico di Microsoft Exchange, la piattaforma di posta elettronica del colosso di Redmond utilizzata dalle aziende di tutto il mondo, con il furto di dati relativi a migliaia di Pmi in tutto il mondo. Attacchi a cui sono seguiti ricatti verso di molte delle imprese bersaglio, costrette a pagare un riscatto scongiurare il criptaggio dei loro stessi dati e la conseguente paralisi dei propri sistemi informatici.
"Data la natura virtuale del cyberspazio - sottolinea però la Cina - è necessario disporre di prove chiare quando si indaga e si identificano
incidenti legati al cyber".