Seif Eddin Mustafa sostiene di aver visto il ricercatore italiano nella prigione di Lazogli e accusa il governo egiziano
Il governo egiziano avrebbe "torturato e ucciso" uno studente italiano interrogato in un carcere a Il Cairo. Lo dice un dirottatore egiziano sotto processo a Cipro, che sta cercando di evitare l'estradizione. Si tratta di Seif Eddin Mustafa, che dirottò un volo nazionale di EgyptAir a marzo per chiedere asilo in Italia e fuggire da un "regime fascista". Mustafa sostiene di aver riconosciuto Regeni nell'uomo che vide torturare mentre era in carcere.
L'uomo ha anche affermato di non aver dirottato l'aereo per rivedere la sua ex moglie, come invece vuole la versione ufficiale, bensì al fine di raggiungere l'Italia proprio per denunciare il caso Regeni e "puntare il dito" contro "il regime fascista" egiziano. Mustafa ha riferito di aver visto una persona "dall'aspetto straniero" nella prigione di Lazogli durante i suoi due mesi di detenzione tra dicembre e gennaio e di averlo poi riconosciuto come Giulio Regeni dalle foto diffuse dopo il suo rilascio.
Regeni era scomparso da Il Cairo il 25 gennaio e il suo corpo fu ritrovato lungo una strada periferica della capitale egiziana il 3 febbraio.