Sulla morte di Alessandro Coatti spunta anche l'ipotesi di una donna misteriosa con la quale il biologo molecolare emiliano di 38 anni sarebbe stato in contatto e a cui avrebbe promesso di portarla a Londra. Una donna che avrebbe avuto una relazione con il capo di una banda criminale
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La Procura di Roma si muove per fare luce sull’omicidio di Alessandro Coatti, il biologo molecolare emiliano di 38 anni ucciso forse il 5 aprile proprio a Bogotà, dove si trovava da tre giorni per una vacanza. I primi passi sono una richiesta di rogatoria internazionale per avviare la collaborazione investigativa con i magistrati colombiani, e poi l'invio nella città caraibica di un team d'indagine, dei carabinieri del Ros o dei poliziotti dello Sco, a seconda della delega che sarà affidata, per svolgere accertamenti al fianco dei colleghi di Santa Marta. Si fa strada l'ipotesi di un tragico scambio di persona.
Attraverso il messaggio dei resti smembrati dello studioso, trovati nelle successive 48 ore in tre punti diversi dell’area metropolitana, lo stadio, sotto un ponte e vicino al mercato, nascosti in un trolley, in quello che appare un macabro rituale, non si esclude, riporta il Corriere della Sera, un messaggio dei cartelli della droga per ribadire il predominio territoriale su Santa Marta, crocevia del traffico di stupefacenti, sebbene al momento non siano emersi collegamenti fra il delitto e gli ambienti della criminalità organizzata.
Dai primi accertamenti è però emerso che Coatti sarebbe rimasto ancora solo poche ore in città prima di spostarsi per visitare, come aveva fatto presente ai responsabili dell’Hotel Marovi, il parco naturale di Tayrona, e che la sera della scomparsa si sarebbe recato prima nel mercato cittadino e quindi avrebbe voluto andare in discoteca. Quindi le piste seguite, oltre a quella di un’aggressione selvaggia da parte della malavita comune o di un incontro con qualcuno che forse Coatti non considerava un pericolo, c'è anche quella di uno scambio di persona nell’ambito di un regolamento di conti fra i clan della droga, famosi appunto per i loro metodi spietati. Corpi o pezzi di cadavere infilati in sacchi di caffè lasciati in luoghi prestabiliti sarebbero segnali già comparsi in passato.
Quello che manca in questo mistero dell’orrore è infatti il movente. Gli investigatori colombiani sperano di trovare qualche indizio nel computer di Alessandro che è stato trovato in albergo (del suo cellulare invece nessuna traccia), mentre qualche indicazione utile potrebbe arrivare anche dai pc dei genitori e di due amici londinesi ai quali era applicata la geolocalizzazione, con la quale Gabriele Coatti e Sandra Lovati seguivano le tracce di quel figlio che da tre mesi girava per il Sudamerica con l’intenzione di stabilirsi lì.
Alcuni testimoni, riporta Repubblica, che hanno risposto all’invito del sindaco a fornire informazioni in cambio di una taglia da 10 mila euro, avrebbero fatto riferimento a una donna misteriosa con la quale Coatti sarebbe stato in contatto e a cui avrebbe promesso di portarla a Londra. Una donna che, però, avrebbe avuto una relazione con il capo di una banda criminale. Ma questa è una pista tutta da verificare.