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Il ministero dell'Ambiente del governo di Gustavo Petro ha pubblicato un'ordinanza con diverse misure che puntano a limitare l'espansione di questi mammiferi giganti
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In Colombia l'annoso problema della proliferazione degli ippopotami dell'ex re dei narcos Pablo Escobar si avvia verso una soluzione. Il ministero dell'Ambiente del governo di Gustavo Petro ha pubblicato un'ordinanza dove si delineano diverse misure che puntano principalmente a controllare e limitare l'espansione di questi mammiferi giganti.
Questi ultimi, importati illegalmente negli anni Ottanta per essere ospitati nello zoo privato del narcotrafficante ucciso nel 1993, si sono riprodotti fino a rappresentare una minaccia per gli abitanti della zona.
Dopo aver sondato senza successo la possibilità di "espatriare" alcuni dei 160 esemplari che stanno alterando il complesso ecosistema del fiume Magdalena, Il Ministero dell'Ambiente colombiano ha pubblicato un "piano di gestione". Quest'ultimo si basa su uno studio realizzato congiuntamente dall'Istituto Humboldt, dall'Istituto di Scienze Naturali dell'Università Nazionale e dall'Ente Autonomo Regionale dei fiumi Negro e Nare (Cornare) e commissionato dallo stesso Ministero.
Nel documento si informa che in Colombia sono presenti attualmente 169 esemplari in un'area che si estende dalla regione di Antioquia, dove si trovava la tenuta di Escobar che introdusse nel 1981 i primi quattro individui, alla depressione di Momposina, centinaia di chilometri a nord della sua ubicazione iniziale.
Le cinque azioni contemplate dal piano sono la caccia di controllo; il trasferimento a zoo o paesi autoctoni; il confinamento; l'allerta precoce; e il monitoraggio. Nello studio su cui si basa il "piano di gestione", gli esperti avvertono che, senza azioni per controllare la popolazione, entro il 2035 potrebbero superare i 1.000 individui con un grave impatto su tutto l'ecosistema.