il ritrovamento in una zona controllata da paramilitari

Italiano ucciso in Colombia, i genitori di Alessandro Coatti: "Seguivamo il suo viaggio su Google Maps"

Per tracciare gli spostamenti in Sud America del ricercatore 40enne mamma Sandra e papà Gabriele da Longastrino di Alfonsine, nel Ravennate, usavano il pc di casa collegato con il figlio. Il ritrovamento del suo corpo in una zona controllata dai paramilitari

09 Apr 2025 - 19:46

Negli ultimi tre mesi, da quando a fine 2024 aveva lasciato Londra e i progetti di ricerca in biologia molecolare della Royal Society of Biology per intraprendere un viaggio in solitaria tra studio, turismo e volontariato in Sud America, Alessandro Coatti dava aggiornamenti di sé alla famiglia, rimasta a Longastrino di Alfonsine, nel Ravennate, attraverso Google Maps collegato al pc di casa. E' da lì che mamma Sandra e papà Gabriele, come riferisce Il Resto del Carlino, seguivano passo passo l'impresa del figlio, ritrovato morto e smembrato in una valigia a Santa Marta, città di mezzo milione di abitanti affacciata sul Mar dei Caraibi, nel dipartimento settentrionale di Magdalena, in Colombia. All'albergo Marovi, pensione a due stelle del centro storico dove aveva preso alloggio il giorno prima di scomparire, ricordano che Coatti aveva più volte chiesto informazioni sulla strada per arrivare a Minca, una località fino a qualche anno fa inaccessibile per la presenza di gruppi paramilitari, conosciuta come un paradiso per gli amanti della natura come lui che voleva studiare le specie animali locali.

Le ipotesi sull'omicidio di Alessandro Coatti

 Il comandante della polizia metropolitana di Santa Marta, il colonnello Jaime Ríos Puerto, ha spiegato che Coatti non aveva precedenti penali, né aveva ricevuto minacce in precedenza. "Era un turista, uno scienziato senza legami sospetti", ha sottolineato. Resta ignoto, dunque, il movente dell'omicidio. 

Per i media colombiani, la morte del ricercatore italiano è "un caso atipico" e per gli investigatori resta al momento "un mistero". La valigia con dentro i resti di Coatti è stata ritrovata domenica 5 aprile abbandonata in mezzo alla vegetazione nella zona di Bureche, nel nord della Colombia. L'attivista per i diritti umani, Norma Vera Salazar, ha spiegato al giornale El Tiempo che questo tipo di omicidio efferato "viene utilizzato dalle bande per inviare messaggi di avvertimento, imporre paura e marcare il territorio", tuttavia in questo caso specifico "non ci sono elementi che colleghino Coatti ad attività di narcotraffico o di criminalità organizzata".

Secondo Norma Vera Salazar dal 2024 ad oggi sono almeno 13 i casi di persone uccise e fatte a pezzi, in una zona segnata dal conflitto tra due bande armate. "L'esposizione pubblica dei cadaveri è una forma di controllo sociale che impedisce alle persone di cercare l'appoggio delle autorità", ha commentato Vera Salazar secondo cui la modalità criminale è studiata come atto di intimidazione nei confronti dei nemici come dei residenti.

Secondo le ricostruzioni si sa solo che di Coatti, il cui rientro in Italia era previsto per Pasqua, si erano perse le tracce sabato sera, dopo che era stato visto salire su un taxi per, presumibilmente, recarsi in una discoteca. Le ultime ore della sua vita si intrecciano e si perdono, dunque, nella movida colombiana, mentre solo martedì notte sono stati ritrovati gli ultimi pezzi del suo corpo martoriato, le gambe. Erano in un sacco per il caffè e sono stati rinvenuti per caso da alcuni residenti sempre nei pressi dello stadio "Sierra Nevada", nel quartiere Villa Betel. Si tratta del terzo rinvenimento, in tre punti diversi della città, dopo quello della testa e le braccia in una borsa, e del torso in un sacco, presumibilmente della spazzatura.

I paramilitari che controllano il nord della Colombia

 Santa Marta è la base ideale per le escursioni nel Parco nazionale naturale Tayrona, dove il biologo italiano era già stato, e a Teyuna, sito archeologico nelle montagne della Sierra Nevada.

Nella provincia del Magdalena, sulla costa caraibica della Colombia, si registra, però, la forte presenza delle Autodefensas Conquistadoras de la Sierra Nevada (Acsn), banda armata conosciuta anche con il nome di "Los Panchos". Secondo il portale specializzato "Insight Crime", la formazione illegale punta a controllare le rotte del traffico di stupefacenti e governa un'intensa attività di estorsione, soprattutto sfruttando l'indotto creato dal turismo, considerato il valore storico e paesaggistico di Santa Marta. 

L'Ambasciata italiana a Bogotà, in stretto raccordo col ministero degli Esteri, "segue con la massima attenzione" la vicenda ed è in contatto con i familiari e le autorità locali, assistendo la famiglia in tutti i passaggi per il rientro della salma, mentre la Procura di Roma avvierà un fascicolo di indagine. Il procedimento per omicidio sarà coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi.

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