Colombia, ritrovato dopo tre secoli il relitto del galeone spagnolo San Josè
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Lo affondarono i pirati inglesi nel 1708, durante la Guerra di successione spagnola. Di un valore inestimabile, provocherà con grande probabilità durissime dispute legali
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E' rimasto per 307 anni, indisturbato, sui fondali del Mare dei Caraibi. Il mitico galeone spagnolo San Josè è stato ritrovato dalla Colombia, che lo ha fatto riaffiorare poco lontano dalle sue coste. Vera leggenda tra i grandi velieri antichi affondati, con il suo carico di 11 milioni di dobloni d'oro e tantissime pietre preziose e gioielli che ne facevano una sorta di Santo Graal dei relitti, è il più grande tesoro di sempre.
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Ancora adagiato sul fondale, il galeone lascia presagire durissime dispute legali. Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, ha confermato "al di là di ogni possibile dubbio", l'avvistamento, al largo di Cartagena, del relitto del grande veliero affondato da pirati inglesi nel 1708, durante la Guerra di successione spagnola (1701-14).
In un discorso a Cartagena de Indias, sulla costa caraibica a nord della Colombia, Santos, che aveva anticipato la notizia su Twitter, ha indicato che il galeone è stato ritrovato il 27 novembre, al largo della penisola di Barù - ad ovest di Cartagena - da esperti dell'Istituto Colombiano di Antropologia e Storia (Icanh), grazie all'appoggio della Marina militare. "Si tratta di una scoperta di importanza mondiale, perché costituisce uno dei più grandi ritrovamenti di patrimonio sommerso, o forse - come dicono alcuni - il più grande che si ricordi nella storia dell'umanità", ha detto il presidente colombiano.
Storie di naufragi e di pirati - Costruito nel 1698, il San Josè era salpato da Portobelo (attualmente in Panama) ad inizio del 1708, dirigendosi, insieme ad altre navi spagnole e francesi verso Cartagena de Indias. Dopo aver caricato una grande quantità di oro e preziosi, nel ripartire verso la Spagna fu attaccato nella battaglia di Baru'dalla marina della Gran Bretagna, che appoggiavano Carlo d'Austria, da una squadra di quattro velieri da guerra al comando del capitano Charles Wager, che cercò, senza riuscirci, di incamerare il colossale tesoro, che invece finì in fondo al mare.
Cannoni e delfini - Il direttore dell'Icanh, Ernesto Montenegro, ha spiegato che il galeone è stato identificato grazie ai suoi cannoni di bronzo a forma di delfino, che era stati fusi su misura per l'imbarcazione, mostrando alla stampa varie foto subacquee che "non lasciano alcun dubbio sull'identità della nave".
Santos, da parte sua, ha sottolineato che il San Josè "appartiene a tutto il popolo colombiano", aggiungendo che "alcune informazioni riguardanti questo straordinario ritrovamento devono ancora rimanere riservate, per motivi legali". Una discrezione dovuta al fatto che il prezioso carico del galeone - il cui valore potrebbe superare la decina di miliardi di dollari - potrebbe essere anche reclamato sia dalla Spagna che dalla Sea Search Armada (Ssa), un'azienda americana specializzata nella ricerca di tesori sepolti in fondo al mare e ora in disputa giudiziaria con Bogotà sulla percentuale del tesoro da ricevere in pagamento. La Ssa identificò nel 1981 la zona del relitto.
Al di là di possibili battaglie giudiziarie, resta il fatto che il ritrovamento del San Josè rappresenta un fatto di importanza storica in Colombia, dove il suo affondamento fa parte della storia culturale e perfino letteraria: l'episodio, infatti, è ricordato da Garbiel Garcia Marquez nel suo romanzo "L'amore ai tempi del colera".