La candidata per i cristianodemocratici, i verdi e i liberali, era stata aggredita da un folle a coltellate durante la campagna elettorale
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Dopo essere stata vittima di un'aggressione xenofoba, Henriette Reker è stata eletta sindaco di Colonia. La candidata alla carica di primo cittadino nella località tedesca per i cristianodemocratici, i verdi e i liberali, era stata aggredita da un folle a coltellate durante la campagna elettorale per le comunali per il suo impegno a favore dei migranti. Secondo i primi risultati, riferiscono i media, è lei il nuovo sindaco della città.
La Rekel viene a sapere dell'elezione in ospedale - La notizia La notizia ha raggiunto Reker in ospedale, dove sabato è stata sottoposta ad un intervento chirurgico. L'aggressore l'ha ferita al collo con un coltello mentre si trovava in un mercato della città per partecipare ad un evento elettorale, aggredendo anche quattro persone del suo staff. La ferita riportata era grave ma i medici sono convinti che il neo sindaco si riprenderà completamente.
Aggressore non è folle, spinto da "fede xenofoba" - Stando a quanto emerso, l'aggressore della Rekel è un tedesco di 44 anni. La perizia psichiatrica ha escluso che possa aver agito in preda alla follia. Invece, la sua "fede xenofoba" sembra avere radici lontane. Lui stesso ha raccontato agli inquirenti di aver militato nei movimenti di estrema destra degli Anni 90, "con quale ruolo e a che livello" sarà oggetto delle indagini.
Confermato invece il fatto che ha agito da solo e non aveva precedenti penali. L'uomo, di cui ancora non sono state diffuse le generalità, resta nelle mani della polizia con l'accusa di tentato omicidio.
La Germania divisa, tra chi accoglie e chi vuole chiudere ai migranti - Le autorità tedesche temono seriamente che episodi di violenza come quello di Colonia possano diffondersi a macchia d'olio. Perché accanto ai quei tedeschi che, carichi di cibo e vestiti, sono corsi ad accogliere i migranti alla stazione di Monaco, c'è una parte della popolazione che non ha condiviso la scelta di "aprire le porte" del Paese. Soprattutto alla luce del fatto che ogni giorno continuano ad arrivare in Germania migliaia di profughi e la gestione della crisi ha messo in ginocchio molte città.