Nel carcere Munzenze

Congo, Onu: "Detenute stuprate e bruciate vive a Goma"

La denuncia arriva dal carcere Munzenze, dove era in corso un'evasione di massa durante l'ingresso nella capitale del gruppo ribelle M23. La tregua proclamata sarebbe un "diversivo", mentre scoppia l'emergenza colera

05 Feb 2025 - 15:06
 © Afp

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In Congo centinaia di detenute sono state violentate e bruciate vive durante il caos scatenatosi dopo che il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, è entrato nella città di Goma. La denuncia arriva da Vivian van de Perre, la vicecapo della missione Onu nel Paese. Secondo la funzionaria, le detenute sono state aggredite nell'ala femminile del carcere Munzenze di Goma durante un'evasione di massa. Mentre diverse migliaia di uomini hanno guadagnato la fuga dalla prigione, l'area riservata alle donne è stata data alle fiamme.

La tregua? Un "diversivo"

 Secondo fonti umanitarie e di sicurezza, le milizie M23 e le truppe ruandesi hanno lanciato una nuova offensiva nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e hanno conquistato la città mineraria di Nyabibwe, nella provincia del Sud Kivu. Secondo le fonti, all'alba il gruppo armato e i suoi alleati ruandesi hanno iniziato intensi combattimenti contro le forze armate congolesi. Dopo aver conquistato Goma, capoluogo del Nord Kivu, l'M23 aveva dichiarato unilateralmente con le forze ruandesi una tregua umanitaria che doveva essere in vigore. Secondo un portavoce di Kinshasa, la tregua era solo "un diversivo".
 

E' emergenza colera

 Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno ampliato l'assistenza medica e umanitaria alla popolazione di Goma e di diversi campi per sfollati intorno alla città. Oltre a rafforzare il supporto agli ospedali Kyeshero, dove dall'inizio degli scontri sono arrivati 404 feriti, e Virunga, MSF è in azione in diverse zone dove sono le persone sfollate e stanno aumentando i casi di colera.

"Nella maggior parte degli ospedali stanno arrivando nuovi feriti. Non si tratta solo di persone ferite di recente, ma anche di chi è rimasto nascosto o bloccato in aree irraggiungibili", afferma Stephan Goetghebuer, responsabile dei programmi di MSF in Nord Kivu. "La maggior parte degli ospedali sono sopraffatti, in particolare l'ospedale di Virunga e di Kyeshero sono pieni di pazienti. All'ospedale di Virunga, supportato da MSF, ci sono 100 pazienti con ferite da arma da fuoco e tre unità chirurgiche lavorano tutto il giorno senza sosta. È una situazione seria".

MSF sta, inoltre, fornendo cibo, acqua potabile e migliorando l'igiene e l'accesso alle cure mediche in diversi siti per sfollati. Una delle preoccupazioni principali è l'aumento dei casi di colera: l'accesso all'acqua è interrotto da giorni, i cadaveri giacciono nelle strade e le malattie trasmesse dall'acqua rappresentano una minaccia reale.

"Casi di colera si verificano quasi ovunque, non è ancora a livelli catastrofici ma è qualcosa che stiamo monitorando da vicino. Il centro sanitario che supportiamo a ovest di Goma è pieno e ha dovuto essere ampliato per accogliere i pazienti che continuano ad arrivare", aggiunge Goetghebuer di MSF. Al Viruga Hospital, MSF è riuscita ad allestire 49 nuovi posti letto e rafforzato il supporto alla chirurgia, ali servizi per l'igiene e la sterilizzazione, oltre a fornire cibo, carburante e acqua. Tre sale operatorie sono operative ogni giorno. Da sabato MSF ha anche iniziato a raccogliere sacche di sangue per rifornire altri ospedali che ne hanno un disperato bisogno.

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