Ha la responsabilità del mantenimento della sicurezza internazionali e può essere convocato ogni volta che la pace viene minacciata
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L'Organizzazione delle Nazioni Unite ha sei organi principali, uno dei quali è il Consiglio di Sicurezza il cui obiettivo è quello di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Può essere convocato in qualunque momento, ogni volta che la pace viene minacciata. Tutti gli Stati Membri sono tenuti a rispettare le decisioni del Consiglio secondo lo Statuto dell’ONU.
L'organo è attivo dal 1945, dopo che la conferenza di San Francisco ha sancito la nascita dell'Onu. Attualmente è composto da 15 membri, di cui 5 permanenti (Cina, Usa, Russia, Francia e Regno Unito) e 10 non permanenti che vengono eletti dall'Assemblea Generale a rotazione e con un mandato di 2 anni. L'Italia, dalla nascita del Consiglio di Sicurezza, è stata eletta sette volte.
Le decisioni del Consiglio richiedono una maggioranza di almeno nove voti. A eccezione delle votazioni relative alle questioni procedurali, nessuna decisione può essere presa nel caso in cui un voto negativo, o veto, venga espresso da un membro permanente. Quando all’attenzione del Consiglio viene sottoposta una questione che minacci la pace internazionale, in prima battuta si cerca il modo per risolvere pacificamente la controversia. In questi casi il Consiglio può avviare una mediazione o illustrare delle ipotesi per giungere a un accordo.
Nel caso di combattimenti il Consiglio cerca invece di ottenere un cessate il fuoco. Esso può inviare delle missioni per il mantenimento della pace per far rispettare la tregua e tenere separate le opposte fazioni. Nel tentativo di dare maggiore forza alle proprie decisioni, il Consiglio di Sicurezza può imporre sanzioni economiche e ordinare un embargo sugli armamenti. In rare occasioni, peraltro il Consiglio di Sicurezza ha autorizzato gli Stati Membri a impiegare “tutti i mezzi necessari”, comprese azioni militari collettive, per garantire che le sue decisioni venissero rispettate. Il Consiglio, infine, formula delle raccomandazioni all’Assemblea Generale in merito alla candidatura al ruolo di Segretario Generale e circa l’ammissione all’ONU di nuovi membri.
Gli articoli 40-42 della Carta delle Nazioni Unite stabiliscono tre tipi di misure del Consiglio di Sicurezza: misure provvisorie, misure non implicanti l'uso della forza e misure implicanti l'uso della forza. L'obiettivo delle prime è prevenire l'aggravarsi di una data situazione che possa minacciare seriamente la pace e la stabilità internazionali, sono di tipo esortativo e non vincolante. Le seconde sono degli indirizzi che includono anche la rottura di relazioni diplomatiche o misure più “dure” come embarghi e blocchi economici. Le misure implicanti l'uso della forza possono essere adottate solo quando la pace e la sicurezza internazionale sono gravemente minacciate. Tra queste si annoverano le azioni di polizia internazionale o l’invio di forze militari e sono misure coercitive.
Una delle ultime volte in cui il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito è stata a marzo 2024 per discutere delle persistenti violenze e dell'emergenza umanitaria ad Haiti.
Anche il 22 febbraio 2022 è stata convocata una riunione d'emergenza dopo che la Russia aveva riconosciuto le regioni secessioniste ucraine di Donetsk e Lugansk e vi aveva inviato i propri militari. In quell'occasione, la sottosegretaria generale dell’Onu per gli affari politici e la pace, Rosemary DiCarlo, ha aperto l'incontro sottolineando che “il rischio di un grande conflitto (in Ucraina) è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi” e ricordando che la decisione della Russia di riconoscere l’indipendenza di alcune aree delle regioni di Donetsk e Luhansk era “in violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina”. Due giorni dopo c'è stata l'invasione dell'Ucraina da parte dei soldati russi.
Nel 2018 è stata la Russia a convocare una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di fronte alla crescente tensione e a un possibile intervento militare statunitense in Siria.