Il premier ungherese non vota e tuona: "I 26 Paesi vadano per conto loro". Meloni: "Ruolo di primo piano dell'Italia". Von der Leyen: "Giorno che entrerà nella storia dell'Unione"
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Il Consiglio europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina. Lo ha reso noto il presidente Charles Michel su X. Come sottolineato da fonti informate sul dossier, si tratta di "una decisione presa dal Consiglio europeo che non è stata bloccata da alcuno Stato". Il presidente Zelensky su X: "Vittoria per l'Ucraina e per tutta l'Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza". Nelle conclusioni del Consiglio approvato nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Il Consiglio europeo ha deciso inoltre di aprire i negoziati anche con la Moldavia e di concedere lo status di Paese candidato alla Georgia. "L'Ue aprirà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo in vista di tale decisione".
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Il premier ungherese Viktor Orban non era presente nella sala del Consiglio europeo quando è stata tenuta la votazione sull'allargamento. Lo precisano fonti europee. Orban ha notificato la sua assenza al presidente Charles Michel e non ha delegato nessun altro leader a rappresentarlo, né per dare un suo assenso né per un dissenso. Quindi Orban viene considerato come "non votante" e la decisione è considerata legalmente valida.
"L'adesione dell'Ucraina all'Ue è una decisione sbagliata. L'Ungheria non vuole far parte di questa decisione sbagliata!". Lo scrive su Facebook Orban, dopo la decisione dei leader Ue. "La posizione dell'Ungheria è chiara: avviare i negoziati con l'Ucraina in queste circostanze è una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata, e l'Ungheria non cambierà la sua posizione", afferma. "D'altra parte altri 26 Paesi hanno insistito affinché questa decisione fosse presa. Per questo l'Ungheria ha deciso che se i 26 decideranno di farlo, dovranno andare per la loro strada", chiarisce Orban.
"Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldova, Georgia e Bosnia Erzegovina. Si tratta di un risultato di rilevante valore per l'Unione Europea e per l'Italia, giunto in esito a un negoziato complesso in cui la nostra Nazione ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia Paesi del Trio orientale sia la Bosnia Erzegovina e i Paesi dei Balcani occidentali". Lo rende noto Palazzo Chigi.
"I leader hanno deciso di avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia e di concedere lo status di candidato alla Georgia". Lo ha scritto su X il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "Una decisione strategica e un giorno che rimarrà impresso nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner".
La decisione di aprire i negoziati d'adesione con l'Ucraina e con la Moldova, presa dal Consiglio europeo segna "un momento storico, che mostra la credibilità e la forza dell'Unione europea". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Nessuna risorsa fresca su migrazione e competitività ma solo sull'Ucraina. Il fronte dei Paesi "frugali", una decina di Capitali guidati da quelle del Nord, ha ribadito la sua posizione nel corso del summit dei 27, al quale il presidente Charles Michel ha presentato la sua proposta di mediazione sul bilancio comune europeo: 22,5 miliardi di risorse nuove, dei quali 17 per l'Ucraina. Per i frugali solo i 17 miliardi in sovvenzioni per Kiev sono accettabili, mentre sugli altri capitoli permane lo stop a qualsiasi iniezione di nuovi fondi comuni. Il negoziato con viene descritto "come difficile".
Fonti diplomatiche, in merito al dossier allargamento, sottolineano che, nelle conclusioni, c'è "un significativo passaggio sulla Bosnia Erzegovina" dove si "esprime la volontà dell'Ue di aprire i negoziati di adesione con una chiara prospettiva temporale e precise indicazioni procedurali". Le stesse fonti, in merito all'apertura dei negoziati con Sarajevo, osservano che la dicitura "il Consiglio europeo è pronto a" è stata sostituita con "il Consiglio europeo aprirà". Nel testo inoltre si mette per iscritto che la Commissione riferirà "al Consiglio sui progressi compiuti al più tardi nel marzo 2024, in vista di una decisione".