LA DECISIONE

Coppie gay, i vescovi del Belgio: "Benediremo le unioni omosessuali"

I presuli hanno diffuso una liturgia ad hoc da utilizzare in tutte le parrocchie. Nessun commento dal Vaticano

20 Set 2022 - 18:52
La parata Lgbtq+ a Milano, nel giorno in cui si celebra il Pride © IPA

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Per primi al mondo i vescovi del Belgio pubblicano in autonomia una liturgia specifica per benedire le coppie gay, nonostante i divieti del Vaticano. I presuli fiamminghi di lingua olandese, con capofila il cardinale Jozef De Kezel, rendono ufficiale quello che di fatto ormai spesso già avviene nelle parrocchie del Nord Europa. La novità assoluta è la codificazione del rito da parte dei vescovi. 

Primo matrimonio gay a Roma: le immagini

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La novità - "Spesso ci chiedono durante gli incontri pastorali un momento di preghiera per chiedere a Dio che benedica e perpetui questo impegno di amore e fedeltà" ha spiegato il cardinale De Kesel. La Chiesa cattolica delle Fiandre ha deciso quindi di andare oltre le indicazioni del Vaticano che ha sempre negato questa possibilità alle coppie gay, difendendo la differenza con il matrimonio tra uomo e donna. "Il divario deve rimanere chiaro con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale", cioè un legame permanente tra un uomo e una donna. 

La liturgia - Dalla Santa Sede al momento non è arrivato nessun commento. La breve e semplice liturgia, pubblicata perché possa essere utilizzata, oltre alla preghiera e alla lettura della Bibbia, vede un passaggio in cui si sottolinea "l'impegno" delle due persone interessate. Dichiarano a Dio che "vogliono esserci l'uno per l'altro in ogni circostanza della vita" e pregano per avere "la forza di essere fedeli" reciprocamente.

Dietro a questa iniziativa c'è Willy Bombeek, religioso e omosessuale dichiarato, nominato dai vescovi coordinatore del progetto pastorale su omosessualità e fede. Per Bombeek la benedizione al termine della liturgia non è generica ma è chiaramente intesa come una benedizione per le coppie gay. I vescovi fiamminghi vogliono rendere "strutturale la pastorale e la guida delle persone omosessuali" e contribuire a costruire "una Chiesa ospitale che non escluda nessuno". 

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