Jo Song-gil, secondo i media di Seul, sarebbe ora sotto protezione con la famiglia. Si tratta di un nuovo caso dopo quello del numero due dell'ambasciata a Londra
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Jo Song-gil, per oltre un anno ambasciatore nordcoreano "reggente" in Italia, avrebbe chiesto a Roma asilo politico con la sua famiglia a inizio dicembre. Lo riporta il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, citando fonti anonime diplomatiche di Seul. Sarebbe ora "protetto" dalle autorità italiane "in un luogo sicuro". La Farnesna però smentisce: "Non risulta una richiesta d'asilo da parte di un funzionario nordcoreano".
La richiesta di asilo, se fosse confermata, sarebbe la prima di un diplomatico del Nord di alto livello dalla diserzione del 2016 di Thae Yong-ho, numero due dell'ambasciata a Londra. Ma il ministero degli Esteri italiano ribadisce che si tratta semplicemente di un "avvicendamento diplomatico". In Italia da maggio 2015, Jo Song-gil è stato sostituito nelle funzioni di incaricato d'affari il 20 novembre dal consigliere politico Kim Chon, non risultando più nella lista diplomatica nordcoreana: già da inizio novembre il diplomatico, secondo l'intelligence di Seul, risulta "scomparso".
Jo, 48 anni, ha ricoperto il ruolo di incaricato d'affari dal 9 ottobre del 2017 dopo l'espulsione dell'ambasciatore Mun Jong-nam in risposta al sesto test nucleare di settembre dello stesso anno fatto da Pyongyang violando le risoluzioni dell'Onu ed è conosciuto come "il figlio o il genero di un funzionario dei livelli più alti" del Nord, ha aggiunto il quotidiano.
In generale, come metodo per prevenire le fughe, i diplomatici del Nord lasciano in patria diversi componenti della famiglia, soprattutto bambini, mentre a Jo fu concesso di raggiungere Roma con moglie e figli, quasi a conferma, secondo il quotidiano, della sua appartenenza a una famiglia privilegiata.