Corea del Sud vicino al golpe: esercito nelle strade
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Il provvedimento sospende il governo civile, mettendo sotto controllo militare l'esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari
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Non c'è l'ultimo test missilistico della Corea del Nord o il rischio di un nuovo test nucleare ordinato Kim Jong-un: dietro la proclamazione da parte del presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, della legge marziale pare piuttosto essere una mossa esclusivamente a fini interni da parte di un leader sempre più impopolare e politicamente isolato. Lo dimostra il fatto che non solo il principale partito d'opposizione, il Partito Democratico (che però è maggioranza all'Assemblea nazionale), ha condannato la mossa del presidente, ma anche il suo Partito del Potere del popolo ha definito "sbagliata" la decisione.
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Nell'Assemblea nazionale, il Partito del potere del popolo, dalle cui fila proviene il presidente Yoon Suk-yeol, è in minoranza e, peraltro, il suo attuale leader Han Dong-hoon ha definito la mossa "sbagliata" e ha promesso di bloccarla. Il capo del Partito democratico, Lee Jae-myung, ha definito "incostituzionale" la proclamazione della legge marziale e ha convocato con emergenza al'Assemblea nazionale "per impedire il crollo della democrazia". Intanto, però, gli ingressi dell'Assemblea nazionale di Seoul, secondo Yonhap, sono stati chiusi.
Il ministro della Difesa, dal canto suo, ha ordinato una riunione dei comandi militari per rafforzare la vigilanza. Da mesi, i partiti di sinistra, in particolare, hanno messo nel mirino il presidente, organizzando grandi proteste a Seoul e chiedendo l'impeachment del presidente. La popolarità di Yoon è crollata, in particolare dopo lo scandalo di traffico di influenze che coinvolge la moglie.
Lo stato d'emergenza è un provvedimento molto traumatico che sospende il governo civile, mettendo sotto il controllo militare l'esecutivo, e sospendendo le procedure legali civili in favore di quelle militari. Lo stato d'emergenza è previsto dall'Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud. La sua proclamazione è tra i poteri del presidente, che può ricorrervi in caso di guerra, di incidenti gravi o di altre emergenze nazionali. Vi sono due tipologie di leggi marziali che possono essere applicate: quella d'emergenza e quella di sicurezza.
Quando viene dichiarata la legge marziale d'emergenza, sono possibili misure quali la restrizione della libertà di parola, stampa, assemblea e associazione, oltre che modifiche straordinarie all'autorità dei governi o dei tribunali e l'applicazione di un sistema di mandati in conformità con le disposizioni delle leggi correlate. In caso di dichiarazione della legge marziale, il presidente deve notificarla immediatamente l'Assemblea nazionale, e quando questi richiede la revoca della legge marziale con il consenso della maggioranza dei suoi membri, il presidente è obbligato a revocarla.
La legge marziale era stata già dichiarata sette volte nella storia della Corea del Sud. Il primo risale alla rivoluzione del 19 aprile 1960, un'insurrezione popolare capeggiata da lavoratori e studenti che portò alla fine della prima Repubblica e alla caduta dell'autocratico presidente Syngman Rhee. La legge marziale tornò in vigore poco più di un anno dopo, a seguito del golpe militare del 16 maggio 1961 che avrebbe portato al potere per quasi due decenni Park Chung Hee. Quest'ultimo proclamò nuovamente la legge marziale nel 1964 per contrastare il Movimento di resistenza del 3 giugno, contrario alla normalizzazione delle relazioni tra la Corea del Sud e il Giappone.
Ancora Park fu protagonista di un "autogolpe" nel 1972, quando sciolse l'Assemblea nazionale (il parlamento unicamerale) e sospese la Costituzione del 1963 inaugurando la cosiddetta Quarta repubblica. La legge marziale torno' in vigore nell'ottobre del 1979, dopo l'assassinio dello stesso presidente Park durante una cena nella sede dell'agenzia d'intelligence Kcia, e due mesi dopo, a seguito del colpo di Stato militare del 12 dicembre, quando il capo delle forze armate Jeong Seung-hwa fu arrestato per l'omicidio su ordine di un altro generale, Chun Doo-hwan. L'ultimo precedente è quello del 1980: il governo militare applicò la legge marziale in tutto il Paese per sopprimere un movimento di protesta. In quei giorni avvenne il massacro a Gwangju, episodio che nel 2017 ha ispirato il film "A taxi driver".