"Non riconosce di aver sbagliato"

Corea del Sud, partito al governo chiede le dimissioni del presidente Yoon | Ministero Difesa: "False le voci su una nuova legge marziale"

Il People Power Party sarebbe pronto a sostenere l'impeachment presentato dalle opposizioni e il suo leader, Han Dong-hoon, va all'attacco sostenendo che il presidente dovrebbe essere sospeso rapidamente dall'esercizio del potere: "E' un grave pericolo per i cittadini"

06 Dic 2024 - 13:36

Han Dong-hoon, il leader del People Power Party al governo in Corea del Sud, ha chiesto le dimissioni del presidente Yoon Suk Yeol per il tentativo di legge marziale dichiarata martedì sera e rimossa dopo sei ore a causa del voto contrario del Parlamento. Han ha citato il rifiuto di Yoon di riconoscere di aver "fatto qualcosa di sbagliato" nel dichiarare la legge marziale e ha poi sostenuto che il presidente dovrebbe essere sospeso rapidamente dall'esercizio del potere per avere, tra le altre cose, ordinato l'arresto di importanti politici. Secondo Han, inoltre, ci sarebbe la possibilità che il presidente intraprenda nuovamente un'azione "radicale" come la dichiarazione mal riuscita di legge marziale. Intanto il ministro della Difesa ad interim, Kim Seon-ho ha assicurato: "Le voci che circolano sui segnali di una nuova legge marziale non sono vere".

"Yoon va sospeso, voleva arrestare politici"

 "Dati i fatti appena rivelati, credo che sia necessario sospendere rapidamente il presidente Yoon Suk Yeol dai suoi doveri di proteggere la Repubblica di Corea e il suo popolo. E' un grave pericolo per i cittadini", ha detto Han in una riunione di emergenza della leadership del partito presso l'Assemblea nazionale, riferendosi alla Corea del Sud con il suo nome ufficiale. Han ha sottolineato che è stato confermato giovedì che Yoon aveva ordinato al comandante del controspionaggio Yeo In-hyung di arrestare personaggi politici chiave, accusandoli di essere forze "anti-Stato", e aveva persino mobilitato l'intelligence per arrestarli.

Sabato il voto sull'impeachment

 I commenti di Han spianano la strada all'approvazione dell'impeachment contro il capo dello Stato che sarà votata sabato sera dal Parlamento. Le opposizioni, che hanno presentato la mozione, contano su 192 voti: ne mancano 8 da pescare tra i 108 del People Power Party per raggiungere il quorum di 200 sui 300 totali.

Corea del Sud vicino al golpe: esercito nelle strade

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Le denunce e l'apertura di un'indagine

  Intanto, l'Agenzia nazionale di polizia sudcoreana ha annunciato l'avvio di una indagine a carico del presidente per il presunto reato di tradimento dopo che, con la dichiarazione (poi revocata) di legge marziale, ha innescato una gravissima crisi istituzionale. L'indagine è scaturita dopo la presentazione di due denunce distinte: la prima del Partito di ricostruzione della Corea, una delle forze politiche di opposizione coreane; la seconda, invece, è stata presentata da un gruppo di 59 attivisti politici. Sulla base delle denunce risultano indagati anche l'ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun, che ha rassegnato le dimissioni giovedì, e cui sarebbe già stato vietato di lasciare il Paese, il capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Park An-su, che ha offerto le proprie dimissioni in mattinata e il ministro dell'Interno Lee Sang-min. La Procura e l'Ufficio per le indagini sulla corruzione degli alti funzionari hanno ricevuto a loro volta altre denunce per tradimento a carico di Yoon, e stanno valutando se condurre proprie indagini o affidarle alla polizia.

Ministro Difesa: "False le affermazioni su una nuova legge marziale"

 Nel frattempo il ministro della Difesa sudcoreano ad interim Kim Seon-ho (subentrato a Kim Yong-hyun, che si è dimesso) ha rinnovato le sue scuse per la legge marziale dichiarata dal presidente e ha assicurato che l'episodio non si ripeterà più in futuro. "Le voci che circolavano questa mattina sui segnali di un'altra dichiarazione di legge marziale non sono vere - ha detto Kim in una conferenza stampa convocata d'urgenza, nel resoconto dei media locali -. Il ministero della Difesa e l'esercito non obbedirebbero ad alcun nuovo ordine di esecuzione della legge marziale". 

Ong: "Abbiamo prove che Yoon vuole dichiarare nuova legge marziale"

 Le rassicurazioni del ministro arrivano proprio nel giorno in cui un gruppo per i diritti umani sudcoreano, il Center for Military Human Rights Korea, ha affermato pubblicamente di aver ottenuto prove che il presidente Yoon sarebbe pronto a proclamare ancora una volta la legge marziale. Secondo l'organizzazione, ai comandanti dell'Esercito coreano è stato ordinato di essere pronti per una convocazione di emergenza, e l'Esercito avrebbe imposto un divieto temporaneo di licenze fino a domenica.

Blinken: "Fiducia sulla resilienza democratica di Seul"

 Intanto, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha parlato con l'omologo sudcoreano Cho Tae-yul, esprimendo esso profonda preoccupazione per la dichiarazione della legge marziale e ha accolto con favore la sua revoca a seguito del voto unanime del Parlamento. Blinken, ha riferito il portavoce Matthew Miller in una nota, "ha espresso la fiducia nella resilienza democratica della Corea del Sud durante questo periodo e ha osservato che si aspetta che il processo democratico prevalga". Ha anche ribadito che "il nostro impegno nei confronti dell'alleanza rimane ferreo".

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