L'Europa ha paura: dal Belgio alla Romania, passando per la Germania, i casi continuano a salire. E intanto lo Stivale tenta di uscire lentamente dall'emergenza
La sensazione è quella dell'accerchiamento: dal punto di vista dell'Italia, la curva dei contagi di coronavirus in Europa appare davvero preoccupante. Il Belgio annuncia la seconda ondata, in Germania si impenna il numero dei contagi, la Romania viaggia su una media di oltre mille casi al giorno. Secondo l'Oms, la linea del ministro Speranza è "fonte di ispirazione per gli altri Paesi che stanno imparando e agendo sulla base dell'esperienza italiana".
Il nostro Paese, che tenta lentamente di ripartire, si configura ora come uno dei Paesi più sicuri del Vecchio Continente, dopo essere stato per mesi nel mirino. In Francia il presidente Macron lancia l'ennesimo appello per l'uso della mascherina che presto potrebbe diventare obbligatoria a Parigi. L'Europa ha paura e si avvia ancora in ordine sparso a fronteggiare l'incognita del nemico invisibile la cui entità, stando ai segnali, si conoscerà ben prima dell'autunno.
Italia divisa sulla seconda ondata - E mentre si aggrava la situazione in Europa, virologi ed esperti italiani si dividono sul rischio concreto che una nuova seconda fase dell'epidemia possa colpire anche il nostro Paese. Se per l'infettivologo Massimo Galli quest'ultimo scenario "non è ineluttabile", l'ex ministro alla Salute Girolamo Sirchia si mostra critico affermando che manca un piano d'azione per far fronte ad una ulteriore emergenza legata al nuovo coronavirus.
L'ex ministro Sirchia: "Siamo impreparati" - La seconda ondata, per Sirchia, è un rischio concreto che ci coglierebbe però impreparati: "Sono molto preoccupato della seconda ondata di contagi da coronavirus in autunno. Dovremmo prepararci ad affrontarla e non lo stiamo facendo. Non vedo un piano strutturato e coordinato per arginarla". Secondo l'ex ministro, infatti, "non possiamo illuderci che in Italia la situazione sarà diversa rispetto a quello che vediamo ora in Belgio o Spagna". Ma il problema è che "manca, innanzitutto, la consapevolezza del rischio di una seconda ondata e assistiamo a una continua sottovalutazione da parte di scienziati, commentatori e politici che continuano a dire che non ci sarà, ma per l'influenza spagnola fu più letale della prima".
Galli: "Non è detto che ci sarà una seconda ondata" - Leggermente più ottimista la linea di Massimo Galli, primario infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano e past president della Società italiana di Malattie Infettive (Simit), per il quale una seconda ondata pandemica in Italia non è "ineluttabile" e "non è detto che ci sarà", ma "fondamentali restano la prudenza e la massima cautela". Rispetto alla situazione internazionale inoltre, sottolinea l'infettivologo, va sottolineato come "altri Paesi abbiano molto abbassato la guardia in confronto a quanto accade in Italia, adottando atteggiamenti meno attenti". Dunque, una seconda fase epidemica potrebbe essere evitabile, ma a patto, appunto, di "non abbassare la guardia".
La situazione in Belgio - "E' chiaro che è arrivata la seconda ondata di Covid-19. Il numero di infezioni in Belgio è in crescita e non si tratta di un piccolo aumento. Non sappiamo quanto durerà e quanto saliranno le curve", afferma il virologo Steven Van Gucht,. E cerca di sdrammatizzare, sottolineando come "questa seconda ondata potrebbe non avere conseguenze drammatiche" perché le misure messe in atto dal Consiglio di Sicurezza Nazionale possono funzionare". Secondo i dati diffusi dall'autorità sanitaria belga, il numero medio di infezioni da coronavirus è salito a 517,1 tra il 25 e il 31 luglio, con un aumento del 60% rispetto alla settimana precedente. Il totale dei contagi ha superato quota 70mila, mentre i morti sono 9.850.
La situazione in Germania - Torna a salire nelle ultime 24 ore il numero dei contagi anche in Germania (212.539 casi in totale e 9.162 morti, secondo la Johns Hopkins University), con 870 nuovi casi, secondo il Robert Koch Institut. "Ci troviamo già in una piccola seconda ondata", avverte il presidente dell'Associazione dei medici tedeschi Marburger Bund, Susanne Johna. "Il pericolo è vanificare i successi finora raccolti", è il timore di Johna e, anche se la crescita non è paragonabile ai numeri di marzo e aprile e gli ospedali sono preparati ad accogliere i pazienti, "esiste il pericolo di giocarsi i successi finora raccolti".
La situazione in Romania - Preoccupa la Romania, il più colpito tra i Paesi dei Balcani, con 1.232 nuovi casi nelle ultime 24 ore che portano il totale a 55.241. I decessi sono stati 48. Chi arriva in Italia dalla Romania, come pure dalla Bulgaria, ha l'obbligo di quarantena per due settimane, mentre l'ingresso è interdetto per gli altri Paesi balcanici extra Ue: Serbia, Montenegro, Kosovo, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord. Non cessa l'allarme per la ripresa dei contagi neppure in Spagna dove e' stato cancellato anche il Mutua Madrid Open 2020 di tennis.