L'EMERGENZA NEL MONDO

Coronavirus, più di 60mila morti nel mondo: c'è anche un bimbo inglese di 5 anni | Mai così tante vittime a New York

Trump ignora gli esperti: nessun ordine di stare a casa. Nel Regno Unito un consigliere di Johnson torna a parlare di "immunità di gregge". La Cina si ferma per ricordare le vittime

04 Apr 2020 - 23:01
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E' di oltre 60mila morti l'ultimo bilancio dell'emergenza coronavirus nel mondo. In Gran Bretagna e nello Stato di New York le vittime toccano il picco più alto dall'inizio della pandemia, rispettivamente 708 e 630 in un solo giorno. Tra loro c'è anche un bambino inglese di appena 5 anni, mentre a Londra la compagna del premier Boris Johnson, incinta, è stata isolata per i sintomi del Covid-19. Tre minuti di silenzio in Cina per onorare gli oltre 3.300 morti.

La Spagna è il secondo malato più grave nel mondo, dietro agli Stati Uniti. I casi accertati superano quelli italiani: sono quasi 125mila, 11.744 i morti, 809 nelle ultime 24 ore. Un numero drammatico, ma che è il più basso della settimana. Anche i nuovi contagi e i ricoveri (compresa la terapia intensiva) si confermano in flessione. Il Paese però non abbassa la guardia e proroga il lockdown fino al 26 aprile.

In Gran Bretagna il nuovo record di vittime in un giorno, 708, porta il bilancio a oltre 4.300. C'è anche un bambino di 5 anni, a Londra: il più giovane a morire in Europa, insieme con una bimba della stessa età deceduta in Italia nei giorni scorsi. Entrambi avevano patologie pregresse. I contagi sono quasi 42mila, con un incremento in lieve calo, ma il governo insiste che bisogna "restare a casa", perché secondo il servizio sanitario "non c'è alcuno spazio" per alleggerire il lockdown. Nell'entourage di Downing Street, tuttavia, si torna a parlare di "immunità di gregge". Ossia l'idea che, secondo l'epidemiologo Graham Medley, uno dei consulenti di Boris Johnson, bisogna arrendersi ad una diffusione graduale del virus, seppur nella forma "meno mortale possibile", nella speranza che possa produrre una massa di immuni.

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Nel resto d'Europa l'isolamento è ancora la terapia più adottata per tentare di uscire dal tunnel. Come in Germania, dove la misure restrittive sono state già prorogate almeno fino al 19 aprile. Anche perché il coronavirus ha contagiato oltre 90mila persone in tutto il Paese, che ora è quarto nel mondo. Preoccupa anche il caso della Svizzera, che ha superato i 20mila contagi, perché ha tra le percentuali più alte rispetto al numero di abitanti.

Oltre oceano la situazione resta drammatica, con 1.480 americani uccisi in un solo giorno dal virus, per un totale di 8.175 morti e oltre 300mila casi. Cifre che però non smuovono il presidente Trump. Nella riunione del venerdì il tycoon ha gelato i suoi esperti, medici, scienziati, quelli da lui stesso incaricati di organizzare la risposta alla pandemia. E quelli che da giorni lo implorano di emanare un decreto che estenda la raccomandazione dello 'stay home', il restare a casa, a tutto il Paese.

Il presidente per ora è stato categorico: nessun ordine a livello nazionale, lascio liberi di decidere i governatori dei singoli Stati. Non c'è bisogno di fermare tutto e ovunque. Poi però ha ammesso che "nelle prossime settimane ci saranno molti morti". "Questa sarà probabilmente la settimana più dura", ha detto Trump. "Ma ci  sarebbero stati molti più morti se non avessimo fatto tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo", ha aggiunto. "Ogni decisione che stiamo prendendo è fatta per salvare vite umane, questa l'unica cosa che per noi conta".

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