Si tratta di una persona fuggita in passato a Seul e rientrata recentemente nel Paese. Riunione d'emergenza del politburo e lockdown per città di confine
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La Corea del Nord ha reso noto di avere individuato il primo "caso sospetto" di Covid-19, aggiungendo che si tratta di una persona fuggita in passato in Corea del Sud e rientrata recentemente nel Paese. Il leader nordcoreano Kim Jong-un, dopo aver convocato una riunione d'emergenza del politburo, ha dichiarato l'"allerta massima". La città di confine di Kaesong è stata posta in lockdown.
Il leader nordcoreano ha presieduto una riunione d'urgenza dell'ufficio politico del partito comunista, nella quale è stato deciso di attivare "un sistema di allerta massima" per contenere il Covid-19, come ha annunciato l'agenzia di stampa ufficiale Kcna.
Il caso riguarderebbe una persona fuggita dalla Corea del Nord tre anni fa e rientrata lo scorso 19 luglio, "dopo aver varcato illegalmente la linea di demarcazione" con la Corea del Sud attraverso la Zona demilitarizzata (Dmz).
La città di confine di Kaesong è stata posta in lockdown. La secrezione respiratoria e gli esami del sangue hanno mostrato che la persona "è sospettata di essere stata infettata" dal virus. Il caso sospetto e altri che erano stati in contatto, così come quelli che sono stati a Kaesong negli ultimi cinque giorni, sono stati messi in quarantena.
Pyongyang aveva sempre ribadito con fermezza di non avere un singolo caso di virus sul suo territorio, una notizia messa in discussione da esperti esterni.
Intanto, in Corea del Sud, i positivi tornano sotto quota 60 in 24 ore, il giorno dopo aver riferito un bilancio di oltre 100 nuovi casi per la prima volta in quasi quattro mesi.
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno confermato 58 casi nelle ultime 24 ore, portando il totale a 14.150 con 298 decessi. Dodici dei casi recentemente confermati sono stati infettati localmente mentre il resto proveniva dall'estero.
Le autorità sanitarie di Seul hanno riferito che i 113 casi di sabato sono stati per lo più infezioni importate riscontrate tra gli equipaggi delle navi mercantili e tra centinaia di operai edili sudcoreani trasportati in aereo dall'Iraq.