L'ex presidente Lula punta l'indice contro la gestione della pandemia del governo Bolsonaro
In Brasile il Covid-19 continua ad avanzare. Il Paese ha superato i 500.022 morti. Si tratta del secondo dato più alto nel mondo, inferiore solo a quello della Cina. I numeri potrebbero però peggiorare con l'arrivo dell'inverno e le vaccinazioni che procedono a rilento. La colpa, per l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, sarebbe della gestione disastrosa della pandemia del governo di Jair Bolsonaro.
I contagi hanno toccato invece i 18 milioni, secondo i dati comunicati dai dipartimenti statali. La media dei decessi - superiore ai 2mila al giorno - è la più alta dallo scorso aprile e conferma un bilancio drammatico. Mentre solo il 12% della popolazione ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino.
"Tutto questo ha un nome ed è genocidio" ha dichiarato Lula su Twitter. Il leader del partito dei lavoratori si è scagliato contro Jair Bolsonaro, suo principale avversario alle prossime elezioni. Il presidente brasiliano colpevole - secondo lui - di aver minimizzato la pandemia e aver favorito così la circolazione del virus.
Intanto, Copacabana, la spiaggia più popolare di Rio de Janeiro si è tinta di rosso. Un'organizzazione per i diritti umani vi ha posizionato centinaia di rose, in memoria delle vittime della pandemia.