"Avevo avuto la notizia, e la diedi per primo. Avevo la certezza delle fonti, e ritenni fosse mio dovere dirla", ha aggiunto
Paolo Liguori commenta l'assoluzione di Bertolaso
"Io avevo avuto la notizia, e la diedi per primo. Avevo la certezza delle fonti, e ritenni fosse mio dovere dirla. Ma quando l'ho detto, in Italia ci fu qualcuno che la copiò, descrivendola però come se fosse una sciocchezza, senza darle nessuna importanza, come se fosse irrilevante". Paolo Liguori ripercorre con l'Adnkronos il momento in cui, nell'inverno dello scorso anno, in piena pandemia, annunciò con un video che fece molto scalpore che il virus poteva essere fuggito da un laboratorio di Wuhan, diffondendosi poi nel mondo.
Il giornalista ne parla alla luce della notizia riguardante l'Oms che, un anno dopo, ha deciso di andare a fondo nell'inchiesta sull'ipotesi di fuga del coronavirus dal laboratorio cinese. "Delle due l'una - incalza Liguori - O pensi che sia una fesseria, e allora non pubblichi la notizia, o se pensi che sia vera è la notizia più importante degli ultimi dieci anni".
"Si capiva dall'inizio che sarebbe stata una cosa che ci avrebbe messo in ginocchio per anni - attacca Liguori - e credo che nessuno l'avrebbe dovuta passare come una notizia di secondo piano. Ha cambiato la nostra vita in modo del tutto radicale", spiega il giornalista. Che entrando nel merito della vicenda, spiega: "I cinesi hanno avvertito con molto ritardo del virus, mentre loro erano già in attività da mesi. Poi hanno trascinato ancora questa mancanza di verità, e la cosa è peggiorata. Il tempo passava e si è creato un divario enorme tra chi aveva in mano il virus originario, quindi poteva produrre un vaccino efficiente, e tutto il mondo occidentale, che ha provato a produrre vaccini che però non sono risolutivi".