Mulè (FI): "Su Bannon non si scherza, il premier prenderà le distanze". L'organizzatore Schlapp: "Lavoriamo con FdI per un prossimo summit in Italia"
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Dopo la bufera sul saluto romano di Steve Bannon, la convention dei conservatori americani Cpac prosegue senza battute d'arresto. Alla convention ha partecipato in video collegamento anche il premier Giorgia Meloni, dopo che invece il presidente del Rassemblement National francese, Jordan Bardella, aveva deciso di annullare il proprio intervento. "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi europei, io lo conosco, è forte ed efficace, scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana, persa, io vi dico che non è così", ha affermato il presidente del Consiglio italiano. Sui dazi, invece, ha chiarito che "ognuno difenderà i propri interessi"
"Voglio ringraziarvi perché non avete mai smesso di lottare anche nei momenti più difficili, avete creato una rete globale che dà voce a milioni di persone che non potevano parlare", ha aggiunto Giorgia Meloni. "Cpac ha capito prima ancora di tanti altri che la battaglia politica per i valori di noi conservatori non si combatte solo negli Stati Uniti è battaglia del mondo occidentale: io credo ancora nel mondo occidentale" non solo nei confini geografici ma "come civiltà".
"Oggi mi rivolgo a voi con l'orgoglio di rappresentare, come presidente del Consiglio, una nazione straordinaria quale è l'Italia. Una nazione con un legame profondo e indissolubile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e da principi condivisi", ha quindi dichiarato il presidente del Consiglio intervenendo al Cpac. "A questa incredibile nazione, l'Italia - ha evidenziato il premier - dedico tutta la mia energia. Il nostro governo sta lavorando instancabilmente per ripristinare il giusto posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale. Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo".
Giorgia Meloni ha quindi parlato dei dazi, spiegando che i media "qualche giorno fa si sono indignati per il discorso pronunciato da Jd Vance a Monaco, nel quale il vicepresidente diceva, giustamente, che prima di parlare di sicurezza bisogna sapere cosa si sta difendendo". Però, secondo il premier, "non parlava di dazi o di bilancia commerciale, sui quali ognuno difenderà i propri interessi, preservando la nostra amicizia". E ha ricordato che "non abbiamo bisogno di sottolineare quanto siano interconnesse le nostre economie e quanto gli imprevedibili risultati di uno scontro commerciale farebbero il gioco di altre grandi potenze".
"Il gesto di Bannon è gravissimo perché corrisponde a un rituale di richiamo di saluti nazisti, di una storia sepolta che non bisogna smuovere, che è concimata dal sangue di milioni di persone morte. Sono certo che Giorgia Meloni non avrà difficoltà a prenderne le distanze. Non c'è da scherzare, non bisogna dare in nessun modo adito a vellicare la pancia di pericolosissimi estremisti". Lo ha dichiarato Giorgio Mulè (FI), vicepresidente della Camera, prima dell'intervento della Meloni. "Giustificare quel tipo di ideologia significa fare un danno enorme all'umanità, anche solo utilizzando i segni che quell'ideologia conteneva - ha aggiunto Mulè -. Non può appartenere in nessun modo alla nostra comunità accettare che Bannon metta il braccio teso esattamente come facevano i nazisti passando sotto Hitler".
Intanto, l'organizzatore della Conservative Political Action Conference, Matt Schlapp, ha aperto alla possibilità di far ospitare all'Italia il prossimo summit Cpac: "Lavoriamo assieme a Fratelli d'Italia e siamo d'accordo con Meloni su tutta la linea". In un'intervista a La Repubblica, Schlapp ha aperto alla possibilità che la prossima convention Cpac potrà essere organizzata in Italia "già quest'anno". "Speriamo fortemente che Giorgia Meloni ci inviti a farlo, durante il discorso che terrà alla nostra riunione", ha aggiunto il presidente dell'American Conservative Union ed ex direttore degli Affari politici nella Casa Bianca di George W. Bush. Perché proprio in Italia? "Prima di tutto per l'importanza che il Paese riveste in Europa. Poi per l'ovvia convergenza di posizioni con il governo in carica", ha sottolineato Schlapp.
Assieme all'intervento di Meloni, è atteso anche quello del presidente Trump in persona. Schlapp e i suoi collaboratori trattano ormai da anni con i conservatori italiani la possibilità di organizzare nel nostro Paese la Cpac europea, finora svoltasi in Ungheria. Finora gli ostacoli sono stati sostanzialmente economici, date le spese milionarie necessarie a organizzare una convention simile e che dovrebbero essere sostenute da sponsor e governo italiani.