LUCI ROSSE IN ROSSO

Crisi e "repulisti": cala il turismo sessuale italiano in Svizzera

La svalutazione dell'euro nei confronti del franco rende più costoso il sesso oltrefrontiera, e mette in ginocchio l'industria a luci rosse del Canton Ticino

03 Ott 2016 - 08:46

Nella Svizzera che chiede di cacciare gli italiani che "rubano lavoro", chi gli italiani li vorrebbe deve invece fare i conti con la loro "fuga". Perché i locali a luci rosse del Canton Ticino, che una volta fiorivano anche grazie al turismo sessuale degli italiani, oggi sono in profonda crisi. Sia perché la polizia ha fatto piazza pulita chiudendo decine di locali illegali, sia perché il franco svizzero forte scoraggia i weekend oltre confine.

Secondo la Repubblica, che cita uno studio del criminologo svizzero Martin Kilias, i 1.828 locali a luci rosse che si contavano 8 anni fa (e che fatturavano 4 miliardi di franchi, con 125mila clienti) sono scesi a 902 in tutto il Paese; e nel Canton Ticino, dove un tempo ne erano censiti 30, ne sono rimasti solo 10, 3 dei quali illegali. Il perché, secondo il quotidiano, è presto detto: a partire dal 2008, anno della crisi economica mondiale, l'euro che valeva una volta e mezza la valuta svizzera ha cominciato a deprezzarsi, e ora oscilla poco sotto il franco e 10 centesimi. E le prostitute, che una volta fatturavano 150 franchi a prestazione, oggi con la svalutazione sono scese a 100. Ma ancora non basta ad attirare la clientela che una volta fioriva intorno al lago di Lugano.

Alla crisi, inoltre, si sono aggiunte diverse operazioni di polizia contro la prostituzione illegale (con l'obbligo per i clienti di esibire i documenti d'identità), e molte prostitute sono anche finite nel mirino del fisco per non aver pagato i 450 euro mensili di "tassa professionale".

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