La traduzione in latino della missiva risalente al 1493 è in vendita per la prima volta. Era in una collezione privata, conservata in Svizzera
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La lettera in cui Cristoforo Colombo annuncia la scoperta dell'America è stata messa in vendita per circa 1,4 milioni di euro. La rara traduzione in latino della missiva del 1493, in cui Colombo racconta il suo storico viaggio, era stata conservata in una collezione privata svizzera per quasi un secolo. L'esploratore la scrisse al tesoriere della corte spagnola Luis de Santangél dopo il suo ritorno in Europa, la versione latina fu invece stampata con un macchinario, per trasmettere in fretta la notizia. Per molti storici, la lettera che elogia la ricchezza naturale delle isole appena scoperte, rappresenterebbe l'inizio della colonizzazione europea del Nuovo Mondo.
"Ho navigato verso le Indie con la flotta che l'illustre re e regina, i nostri sovrani, mi hanno dato, dove ho scoperto un gran numero di isole, abitate da innumerovoli persone", così scriveva nel 1493 il grande navigatore genovese all'allora ministro delle Finanze Luis de Santangél. Il viaggio dell'esploratore, convinto di aver raggiunto le Indie con le sue caravelle, fu supportato dalla corona di Spagna, da Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona. Colombo non sapeva però di essere approdato nella futura America, un "errore" che portò alla creazione di una rotta transatlantica sfruttabile per il commercio e fondamentale per lo scambio culturale.
Nella lettera, Cristoforo Colombo racconta del suo incontro con i nativi americani, da lui definiti "straordinariamente timidi, tanto generosi quanto sciocchi". Il documento risulta agli occhi degli storici moderni come l'inizio della colonizzazione delle Americhe e dello "sfruttamento" dei popoli locali. Una volta nominato governatore delle colonie, Colombo rese schiava la popolazione indigena dei Caraibi "Taino", costringendo gli abitanti a lavori molto pesanti e dure punizioni, fino alla loro decimazione. Negli Stati Uniti, infatti, i monumenti a lui dedicati sono stati vandalizzati e molti hanno deciso di dedicare il Columbus Day, sua festa nazionale, agli indigeni.