Il presidente, che ha accusato Washington della crisi, ha assicurato che ci saranno piani per sostenere la moneta. L'attacco speculativo però mette in allarme anche i mercati europei e le banche
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La Turchia si risolleverà dopo il crollo della propria valuta: a garantirlo è il presidente Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale "i fondamentali della nostra economia sono molto forti". In ogni caso, ha spiegato, "ci saranno altri piani" per sostenere la moneta. Erdogan ha quindi assicurato che "faremo il possibile per risolvere la questione". E ha accusato gli Stati Uniti, artefice del "complotto", di voler "pugnalare alle spalle" la Turchia.
Crollano lira e bond governativi - Precipita la crisi finanziaria della Turchia sull'effetto dei nuovi dazi annunciati dagli Stati Uniti su alluminio e acciaio. Una crisi che ha diverse radici, politiche soprattutto, ma anche economiche e che rischia di provocare un effetto contagio sull'Europa e in particolare sull'area euro. Il Paese guidato da Erdogan è ormai considerato il più rischioso al mondo per gli investimenti. Guardando i principali indicatori finanziari il premio richiesto per acquistare bond turchi è il più elevato al mondo. Per i titoli a un anno è richiesto un interesse del 21%, occorre tornare all'estate rovente di qualche anno fa con i bond governativi della Grecia per vedere tassi analoghi. La lira turca ormai è in caduta libera, lunedì ha perso quasi il 16% sul dollaro e sull'euro precipitando rispettivamente a 6,42 e 7,34. A inizio anno per acquistare un dollaro bastavano 3,77 lire turche.
Giù le Borse, Unicredit in perdita - L'effetto Turchia è stato avvertito in modo pesante in Europa. Sui mercati si è assistito al "fly to quality" per cui acquisti a mani basse di Bund tedeschi con il rendimento del decennale in calo del 10% e vendite sulle periferie con il Btp decennale italiano che ha visto salire il rendimento al 3,09%. Mentre lo spread tra Btp e Bund ha toccato i 278 punti, ai massimi da fine maggio. Sull'azionario, invece, forti ribassi sui bancari. In particolare vendite su Bbva, Bnp paribas e UniCredit che sono gli istituti dell'area euro con la maggiore esposizione sulla Turchia, soprattutto la banca spagnola che controlla il terzo istituto turco con asset che sfiorano gli 80 miliardi di euro. Nel finale di seduta ha invece ridotto le perdite la Borsa turca con l'indice principale in calo del 2,70% dopo aver accusato uno scivolone del 5%. Piazza Affari chiude la seduta perdendo lo 0,58%. Intanto il governo italiano, secondo l'agenzia Bloomberg, avrebbe avuto "contatti con Mario Draghi", presidente della Bce, per fare fronte ai rischi di mercato.
Effetto domino: euro rimane sotto 1,14 dollari - L'euro paga la crisi in cui è precipitata la Turchia, capitola sotto la soglia degli 1,14 dollari e viaggia ai minimi in più di un anno, fino a 1,1365 dollari. Al momento la moneta unica è scambiata a quota 1,1383 biglietti verdi. L'avversione al rischio scatenata dal profondo sell off, termine usato per indicare la vendita incontrollata, sulla lira turca porta gli investitori a rifugiarsi sugli asset considerati più sicuri, come lo yen e il franco svizzero. Gli acquisti sullo yen portano il rapporto dollaro-yen a perdere -0,46%, a 110,32 yen. L'euro-yen cala a sua volta dello -0,77% a 125,53 yen.
Ankara indaga su 346 account di social media - Secondo le autorità turche "la crisi della lira turca è anche colpa dei social". Lo ha reso noto il ministero dell'Interno, annunciando l'azione legale contro 346 account di social media "che hanno pubblicato contenuti che hanno provocato la crisi del cambio" lira-dollaro.
Ue: consapevoli del potenziale impatto sulle banche - "Siamo consapevoli del potenziale impatto sulle banche europee dell'evoluzione della lira turca". Lo ha dichiarato in conferenza stampa un portavoce della Commissione europea. "Come al solito non commentiamo i movimenti di mercato", ha spiegato rispondendo alla domanda di un cronista, per poi ricordare che come da prassi "la Commissione sta seguendo da vicino gli sviluppi sui mercati globali".
Merkel: "Vogliamo una Turchia prospera" - "Nessuno ha interesse a una destabilizzazione economica della Turchia". Lo ha detto Angela Merkel a Berlino, in conferenza stampa. "Noi traiamo vantaggio da un contesto stabile anche attorno all'Ue", ha aggiunto, sottolineando che la Germania darà un contributo che corrisponda a questa esigenza. "Vogliamo una Turchia prospera e fiorente dal punto di vista economico", ha aggiunto. Merkel ha sottolineato pero' anche l'importanza di un lavoro indipendente della banca centrale.