Campagna stampa dalla parte di Roma

Da "scroccona" a "non spendacciona", Der Spiegel rivede il suo giudizio sull'Italia

"Immagine distorta", ammette il magazine tedesco impegnato ora in una campagna stampa a favore di Roma

01 Mag 2020 - 18:16
 © Ansa

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Una lunga difesa dell'Italia e una forte autocritica sulla concezione "distorta" che ne ha la Germania, arriva da un articolo di Der Spiegel, il magazine tedesco che ancora una volta, nel giro di poche settimane, si spende per gli eurobond. Nel pezzo firmato da Thomas Fricke si afferma come l'Ue corra un serio rischio, anche per "la caricatura fatale che la Germania ha dell'Italia". "Il vero dramma dell'euro risiede nel cliché erroneo dell'Italia spendacciona. Questo non ha nulla ha che fare con la realtà e sta per disintegrare l'Europa", si legge nel sottotitolo. E pensare che due anni fa proprio per Der Spiegel l'Italia era "scroccona".

Il perché di un dietro front - "Forse è una conseguenza di tanti film sulla mafia. Forse è semplicemente l'invidia per il fatto che l'Italia abbia un tempo migliore, un cibo migliore, più sole e più mare. Qualcosa comunque deve spiegare questo assillo nel puntare sul fatto che i tedeschi sarebbero più oculati, più seri e più affidabili. E a questo proposito mostrare l'inadeguatezza dell'Italia", si legge nell'ultimo editoriale su Der Spiegel.

"Tutta questa spocchia tedesca non è di adesso, ma adesso è particolarmente tragica - continua l'opinionista Thomas Fricke. - Perché? Perché questa giaculatoria tedesca ha così poco a che fare con la realtà, più o meno come i crauti con le abitudini alimentari di Wanneeickel, o come la lodata puntualità tedesca ha a che fare con la velocità di costruzione del nostro delizioso aeroporto nella capitale. Sempre che questo sia ancora divertente".

Nell'articolo si spiega che i problemi economici italiani vengono da lontano: citando Antonella Sturati dell'Università Roma Tre, Fricke afferma che l'alto indebitamento abbia le sue radici negli anni '80, e non per l'attitudine allo spreco degli italiani, "quanto per gli alti tassi da pagare sul debito". Fricke chiede che gli eurobond arrivino subito, e attacca molti economisti tedeschi, che non sono sati in grado, a suo avviso, di analizzare bene la situazione.

La crisi italiana "è diventata poi catastrofe dall'eurocrisi, quando Mario Monti sotto la pressione internazionale e in particolare tedesca ha iniziato una riforma dopo l'altra. Una volta sul mercato del lavoro. Un'altra volta sulla pensioni. Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2000 gli investimenti pubblici italiani sono calati del 40%, un collasso regolato per legge. Nell'istruzione si è investito quasi un decimo. Una follia. Le spese pubbliche ristagnano dal 2006. In Germania sono aumentate quasi del 20% per fare un confronto".

Si citano anche i tagli alla sanità dal 2010, (mentre in Germania si investiva nel settore). Anche questo ha portato agli esiti la tragedia della pandemia. "Non una colpa diretta della politica tedesca. Chiaro. Ma è giunto il tempo di smetterla con insegnamenti errati, e di contribuire alla riparazione del disastro, caro Herr Schauble". "Forse per salvare l'Europa innanzitutto ci sarebbe bisogno in Germania di nuovi esperti", si legge fra l'altro. "Non siamo al circo ma una crisi che leva il fiato, per quanto è seria", incalza il commentatore.

"È tempo di fermare questo dramma e gli eurobond sono il simbolo per la comunità dal destino comune. Destino che noi condividiamo comunque, avendo una valuta comune. Altrimenti in un paio di anni l'Unione europea non sarà più tale. E Francia e Italia avranno al potere persone come Donald Trump e Boris Johnson, che non hanno voglia di giocare assieme: al gioco sul quale la Germania costruisce da decenni il suo benessere".

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