Nell'esposizione alla Tate Gallery di Londra, che sarà inaugurata ad ottobre, il nome dell'opera verrà epurato. E scoppia la polemica
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"Cezanne censurato" è l'attacco del Telegraph al Museo Nazionale Britannico d'Arte Moderna, noto con il nome di Tate Modern, di Londra. Il motivo? Alla presentazione alla stampa della mostra dedicata al pittore postimpressionista francese Paul Cezanne il capolavoro "The Negro Scipio", un olio su tela realizzato dall'artista tra il 1866 e 1868 e conservato nel Museo dell'Arte di San Paolo, in Brasile, è stato ribattezzato semplicemente "Scipio". Il nuovo titolo dell'opera è anche presente nel comunicato stampa ufficiale pubblicato online dalla Galleria. E scoppia la polemica contro la "cancel culture", (letteralmente "cancellazione della cultura"), forma moderna e di tendenza di ostracismo su persone e termini ritenuti oggi "scorretti". "Cezanne riadattato alla nostra epoca?", si chiede il quotidiano britannico.
Eppure il messaggio artistico di Cezanne, risalente a un secolo e mezzo fa, era tutt'altro che razzista. Il quadro, infatti, che rappresenta un uomo di colore che riposa su uno sgabello, voleva denunciare l'oppressione subita dagli schiavi nelle colonie francesi anche dopo la seconda abolizione della schiavitù nel 1848, successiva cioè alla decisione del 1815.
"Come le gallerie in Francia hanno già sperimentato la rimozione dei termini razziali per concentrarsi sul soggetto, così abbiamo deciso di non includere 'Negro' e questo approccio eliminerebbe qualsiasi ostacolo alla fruizione dell'opera d'arte e consentirebbe ai visitatori di concentrarsi sul suo soggetto", ha spiegato Michael Raymond, assistente curatore della galleria londinese.
Stando agli organizzatori della mostra, l'obiettivo è proprio accendere i riflettori sul contesto politico dell'artista nella sua Francia tra impero e repubblica e alle prese con l'affare Dreyfus.