Nel "Paese delle montagne" del Sud della Russia vivono più di tre milioni di abitanti, appartenenti a circa trenta etnie diverse
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Il Daghestan è una repubblica della Federazione Russa che ospita circa trenta etnie diverse a maggioranza musulmana (il 90% della popolazione è sunnita). Gli oltre 3 milioni di abitanti vivono in un vasto territorio montuoso nel Caucaso che affaccia sul Mar Caspio, con capitale Machačkala. L'aeroporto della città è entrato nelle cronache dopo che una folla ha preso d'assalto la pista e il terminal in attesa dell'atterraggio di un velivolo proveniente da Israele.
Il Darghestan fu sede di una repubblica controrivoluzionaria intorno al 1917, ma dopo essere stato rioccupata dai bolscevichi, divenne repubblica autonoma dell'URSS. In seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica del 1991, ha accettato di mantenere i rapporti con Mosca e di entrare a fare parte della Federazione russa, pur entrando spesso in contrasto con le autorità moscovite. Il Daghestan registra i livelli più alti di povertà, corruzione, disoccupazione e criminalità di tutta la Federazione, non essendo economicamente autonomo. La Regione è quali del tutto mantenuta da Mosca, infatti circa l’80% del proprio budget è costituito da sussidi federali.
Tra le etnie più numerose ci sono gli sono gli avari, i russi, i darghini, i kumyk e i lezgin, oltre che i samuro, gli azeri, i nogai, i tati e gli ebrei delle montagne, ovvero Dāgh Čufut. La forte presenza sunnita, popolare tra i Paesi dell'Arabia Saudita, è protagonista di un'escalation di violenza legata alla ripresa dei movimenti islamici fondamentalisti. L'attacco all'aeroporto della capitale è solo una delle tante aggressioni degli estremisti, che già da tempo terrorizzano la città scontrandosi con le forze di sicurezza del governo locale.
La lingua ufficiale del Paese è il russo, ma anche il dargwa, un sottogruppo di lingue caucasiche del gruppo orientale, formato dall’ircano, dal cubacino e da altri dialetti. I principali abitanti sono detti Lesghi, che si dividono in un'infinità di piccoli gruppi di montagna isolati gli uni dagli altri. Le divisioni interne sono responsabili delle alterazioni del loro idioma, ormai frammentato in decine di parlati locali che si sono sempre più definiti con il passare del tempo.