Diffusi i risultati delle osservazioni del telescopio spaziale. "E' un prezioso catalogo", il commento dell'Agenzia europea, dopo tre anni di lavoro
Missione compiuta per Gaia: il telescopio spaziale dell'Esa ha riprodotto, dopo quasi tre anni in orbita e dopo aver scrutato oltre un miliardo di stelle dal luglio 2014 al settembre 2015, la prima mappa 3D della Via Lattea. "Questo catalogo è un vero e proprio tesoro", il commento dell'agenzia europea alla presentazione dei primi dati della missione. D'ora in poi sarà possibile rispondere a molte domande su origine e evoluzione della Via Lattea e lo sguardo sarà aperto su tutta la nostra galassia.
Misurando accuratamente le posizioni e i movimenti di un miliardo di stelle, Gaia, lanciata il 19 dicembre 2013, ha dimostrato così di essere in grado di ottenere dati astrometrici con una precisione duecento volte maggiore rispetto a quelli del suo predecessore Hipparcos e informazioni astrofisiche sulla luminosità nelle diverse bande spettrali che permetteranno di studiare in dettaglio la formazione, la dinamica, la chimica e l'evoluzione della nostra galassia. Sarà anche possibile individuare pianeti extrasolari e osservare asteroidi, galassie e quasar.
"Le regioni più luminose indicano concentrazioni più dense di stelle, mentre le regioni più scure corrispondono a zone di cielo in cui si osservano meno stelle", ha spiegato l'Agenzia Spaziale Europea presentando la prima mappa della Via Lattea in 3D nell'Asi Science Data Center di Madrid, in collegamento con l'Agenzia Spaziale Italiana a Roma.
La missione è finanziata dall'Esa tranne che per il trattamento dei dati di cui si fa carico la comunità astronomica europea attraverso il Data Processing and Analysis Consortium a cui l'Italia, con Asi e Inaf (8 osservatori coinvolti), partecipa in modo rilevante.
Anche l'industria italiana con Leonardo-Finmeccanica è presente nella missione. Il gruppo ha fornito tra l'altro il sensore stellare A-STR (Autonomous Star Tracker) che permette il controllo di assetto del satellite con la massima accuratezza, i prismi del telescopio in quarzo purissimo e i pannelli dispiegabili per proteggere Gaia dal calore del sole. Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) ha progettato e sviluppato per la missione il trasponditore in banda X e il modulo di interconnessione del satellite così come l'Unità Distribution Clock.