Lisa Borch, prima di accoltellare la donna, con l'aiuto del fidanzato iracheno, aveva visto le decapitazioni di Jihadi John. Sconterà 9 anni di carcere
Aveva 15 anni ma non i sogni di una comune adolescente occidentale: la danese Lisa Borch voleva unirsi all'Isis, spinta dal fidanzato, un 29enne iracheno ritenuto un estremista islamico. Ai suoi occhi, l'unico ostacolo a questo progetto era la madre, Tine Römer Holtegaard. Per questo l'ha uccisa a coltellate, nell'ottobre 2014. Alla polizia ha poi raccontato di un tentativo di furto in casa finito male. La polizia non le ha creduto e, indagando, ha scoperto che per ore, prima dell'omicidio, aveva visto i video delle capitazioni di Jihadi John. Così, un anno dopo i fatti, Lisa è stata condannata a 9 anni di carcere. L'iracheno, suo complice, a 13.
A raccontare la storia di Lisa Borch è stato il quotidiano britannico Daily Mail.
Dietro le sbarre, con lei, è finito anche il suo fidanzato e complice, Bakhtiar Mohammed Abdulla, condannato a 13 anni. La furia omicida della giovane si è scatenata dopo che i due a Kvissel, paesino della Danimarca, avevano guardato a lungo nella casa di lei i video con le decapitazioni di ostaggi dello Stato islamico compiute dal boia britannico Jihadi John e pianificato l'assassinio. La donna era contraria sia alla loro relazione che al progetto di unirsi agli uomini del Califfato.
Lisa e Bakhtiar hanno preso allora un coltello e si sono avventati sulla donna, colpendola almeno venti volte. La ragazzina ha poi chiamato la polizia, dicendo di aver visto fuggire dalla casa un uomo bianco e che c'era sangue ovunque. Ma gli agenti non hanno creduto a quella versione e dopo aver condotto le indagini hanno individuato nei due i responsabili dell'assassinio.