Tensione nell'Unione europea dopo la decisione della Commissione di aumentare (dal 7,4% al 38,1%) i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi che, secondo fonti di Bruxelles, "beneficiano di sussidi ingiusti" e "stanno causando una minaccia di danno economico ai produttori Ue". Ma Berlino non è d'accordo e chiede alla Commissione di offrire alla Cina un tavolo di confronto: "Non vogliamo una guerra commerciale". Contraria ai dazi anche Stellantis. Mentre c'è il via libera del governo italiano: "Non vogliamo rinunciare alla possibilità di rafforzate l'industria italiana delle auto", afferma il ministro Urso. Immediata la reazione di Pechino, che si dice pronta a rappresaglie commerciali.
"I veicoli devono diventare più economici attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e condizioni di localizzazione significativamente migliori nell'Ue, non attraverso guerre commerciali e preclusioni di mercato" scrive su X il ministro dei trasporti tedesco Volker Wissing. In seguito, la cancelleria corregge il tiro e sembra aprire alla possibilità di un confronto: "Dal nostro punto di vista, sarebbe molto auspicabile raggiungere una soluzione amichevole. Non abbiamo bisogno di ulteriori ostacoli commerciali, dobbiamo facilitare il commercio globale. Allo stesso tempo, però, deve rimanere e diventare equo" ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa, commentando i dazi alle auto elettriche cinesi. Spetta quindi ora alla Commissione Ue e alla Cina discuterne e il governo tedesco ha invitato tutti coloro che dovrebbero partecipare ai colloqui a farlo, ha spiegato ancora il portavoce.
Sulla questione si è espresso anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che durante il suo intervento all'assemblea di Confcommercio sottolinea: "Servono misure commerciali che tutelino il mercato europeo dalla concorrenza sleale. Quindi saluto con soddisfazione l'annuncio che la Commissione - guarda caso dopo il voto europeo - sull'introduzione di dazi sull'ingresso di auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea, nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi la possibilità di riaffermare l'Italia, con l'industria automobilistica italiana come uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro Paese a cui non vogliamo rinunciare assolutamente".