il dietrofront a sorpresa

Da "tutti in fila per baciarmi il c..." alla pausa di 90 giorni per i dazi reciproci: Trump stupisce ancora

Punita la Cina, contro cui scattano dazi sino al 125%, dopo che il Dragone aveva annunciato, a sua volta, tariffe doganali dell'84% sul made in Usa. Per Messico e Canada dazi del 25% mentre per tutti gli altri Paesi, poiché hanno manifestato l'intenzione di negoziare, del 10%

09 Apr 2025 - 23:12
 © Ansa

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Con una mossa a sorpresa che appare un vero e proprio dietrofront, Donald Trump ha annunciato su Truth che sospende immediatamente e per tre mesi, nel giorno della loro entrata in vigore, i dazi reciproci a tutti i Paesi che hanno manifestato l'intenzione di negoziare, mantenendo però per tutti la tariffa base del 10%. Punita invece per aver reagito la Cina, contro cui scattano dazi sino al 125% dopo che il Dragone aveva annunciato, a sua volta, tariffe doganali dell'84% sul made in Usa. Per Canada e Messico rimangono in vigore i dazi del 25%, imposti a causa della crisi del fentanyl.

"La gente era un po' spaventata"

 Parlando poi alla Casa Bianca, il presidente ha spiegato che la sua tattica "ha funzionato forse più rapidamente del previsto", ma ha ammesso di aver visto "gente un pò spaventata" dai dazi. E si é dichiarato pronto ad "accordi equi con tutti i Paesi", ritenendoli "possibili anche con la Ue". Inoltre si é detto convinto che anche Pechino voglia un accordo ma non sappia come procedere, evocando l'orgoglio cinese e del presidente Xi.

Le pressioni dei Ceo di Wall Street e della Silicon Valley

 Una mossa, quella del tycoon, che fa volare la Borsa di New York dopo una lunga altalena. Il presidente sembra aver ceduto alle crescenti pressioni dei Ceo di Wall Street e della Silicon Valley, dei suoi donatori e di molti repubblicani, nonché al crollo dei mercati finanziari. Aggravato dall'allarme sui bond americani, che aveva sollevato l'interrogativo se restassero ancora un paradiso sicuro.

Novanta giorni per trattare (senza affossare i mercati)

 I 90 giorni consentiranno di trattare senza che i dazi mandino in tilt i mercati, anche se continua a pesare lo scontro tra le due maggiori economie mondiali: gli Usa e la Cina. Eppure fino a martedì sera The Donald aveva ostentato tracotanza usando parole offensive e sprezzanti alla cena del Grand Old Party per rassicurare i repubblicani sull'efficacia dei suoi dazi: "Vi assicuro che almeno 70 Paesi mi stanno chiamando per baciarmi il c..., muoiono dalla voglia di raggiungere un accordo", aveva detto. "Per favore, per favore signore, fate un accordo. Farò qualsiasi cosa, signore", aveva proseguito, imitando un leader straniero supplicante.

Eppure Trump diceva: "Non vogliamo necessariamente fare un accordo"

 "So dannatamente bene quello che sto facendo", aveva quindi garantito, continuando a difendere la sua guerra commerciale ma poi smentendosi il giorno dopo. "Non vogliamo necessariamente fare un accordo con loro. Siamo contenti di stare così, incassando i nostri due miliardi di dollari al giorno" dai dazi, aveva spiegato Trump lanciando l'ennesimo messaggio contrastante con le precedenti aperture negoziali, sue e dei suoi ministri. 

E aveva annunciato altri "dazi importanti" sui prodotti farmaceutici

 Il tycoon aveva perfino rincarato la sua offensiva, preannunciando a breve "dazi importanti" sui prodotti farmaceutici per riportare la produzione in Usa e abbassare i prezzi: la mossa avrebbe effetti negativi anche per l'Italia, che ha un importante settore farmaceutico ed esporta molto in Usa. L'intervento di Trump alla cena di partito mirava a disinnescare la crescente fronda interna sulle tariffe doganali e anche sul bilancio, con i falchi del rigore fiscale pronti a bloccare il disegno di legge del Senato per i troppo esigui tagli alla spesa pubblica.

"State sereni! Andrà tutto per il meglio", poi la svolta

 Mercoledì, prima della svolta, il presidente ha tentato anche di rassicurare Wall Street: "State sereni! Andrà tutto per il meglio. Gli Usa saranno più grandi e migliori che mai! Questo è un ottimo momento per comprare!!!", ha scritto su Truth. Il suo segretario al Tesoro, Scott Bessent, aveva lanciato un messaggio molto chiari. "Wall Street si è arricchita più che mai e può continuare a crescere e ad avere successo, ma per i prossimi quattro anni l'obiettivo del presidente Trump è concentrarsi sull'economia reale. È il turno di Main Street", ossia dei piccoli investitori, delle piccole e medie aziende.

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