Alcune delle tariffe fiscali annunciate da Trump sono già scattate, altre partono il 2 aprile. I tentativi di negoziare dell'Ue finora non hanno avuto esito e Bruxelles cerca le contromisure
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Il 2 aprile è il giorno dei dazi, o "giorno della liberazione", come l'ha ribattezzato Donald Trump. Dopo le tariffe fiscali del 25% già applicate su acciaio e alluminio, arrivano quelle sugli altri prodotti, che vengono applicate su tutti i Paesi dagli Stati Uniti. Una mossa con cui il presidente americano intende ridare ossigeno alla bilancia commerciale a stelle e strisce, in forte deficit.
Il pacchetto annunciato riguardo tutti i Paesi e tutti i prodotti che vengono importati negli Stati Uniti: viene applicato un ricarico del 20%. Su acciaio e alluminio i dazi sono già attivi per un 25%. Ma Trump intende allargare la lista anche all'alimentare, dove si parla di un 200% sul vino, all'automotive e alla farmaceutica. Meccanica, elettronica e chimica sono gli altri settori su cui si temono altri interventi.
Il problema che Trump intende risolvere con i dazi è il deficit della bilancia commerciale Usa, arrivato a 100 miliardi a fine 2024. Ma il presidente americano vuole anche riportare a casa produzioni che negli anni le aziende americane hanno delocalizzato. In particolare, all'obiezione che gli americani pagheranno le auto molto di più, la sua risposta è stata che le aziende potranno venire (o tornare) a produrre negli Stati Uniti per evitare i dazi.
Il conto da pagare, per Italia ed Europa, sarà molto caro. Per tutti i Paesi Ue gli Stati Uniti sono un mercato fondamentale per la loro economia. Per l'Italia l'operazione potrebbe valere circa 7 miliardi di euro, per l'Europa si stima mezzo punto di Pil annuo in meno.
Davanti a questo attacco pesante, l'Unione europea sta cercando una soluzione. Ma i tentativi di negoziare finora non hanno dato esito. Ecco perché si sta lavorando ai controdazi. Si stilerà quindi probabilmente un elenco di prodotti Usa da sottoporre alle tariffe doganali europee e poi ogni Paese Ue potrà procedere alla fase esecutiva.
Si punterà a merci strategiche per gli Stati che rappresentano le roccaforti repubblicane negli Stati Uniti: il legno di Georgia e Alabama, gli allevamenti del Kansas, la soia della Louisiana. E poi si parla di tariffe su acciaio, alluminio, elettrodomestici, tessili. Inoltre si sta pensando a misure per limitare gli investimenti americani e la possibilità per le aziende Usa di partecipare alle gare d'appalto nei Paesi Ue.