CECENO SI FA ESPLODERE

Delitto Nemtsov, confessa uno dei sospettati Ceceno braccato dalla polizia si fa esplodere

Per il tribunale l'omicidio è stato commesso per motivi di denaro, connesso con la rapina, l'estorsione o il banditismo

08 Mar 2015 - 20:20
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Sono in tutto 5 le persone sospettate di essere coinvolte nell'assassinio dell'oppositore russo Boris Nemtsov. Uno di loro ha confessato. Un sesto sospettato, invece, si è fatto saltare in aria con una granata dopo essere stato accerchiato dalla polizia a Grozny. Braccato dagli agenti in un appartamento della capitale cecena, l'uomo avrebbe prima lanciato un ordigno contro i poliziotti. Poi, quando gli hanno intimato di arrendersi, si sarebbe ucciso.

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I tre nuovi sospetti sono Shagit Gubashev, fratello di Anzor Gubashev e cugino di Zaur Dadayev (i primi due arrestati come presunti killer) e altre due persone identificate come Ramzat Bakhaev e Tamerlan Eskerkhanov. I tre "negano il loro legame con il crimine ma abbiamo prove della loro responsabilità, comprese quelle medico-legali e le deposizioni dei testimoni", ha spiegato un investigatore alla corte.

Uno dei ceceni ha confessato - Intanto il ceceno Zaur Dadayev ha confessato il suo coinvolgimento nel delitto: lo ha reso noto il giudice, Natalia Mushnikova, che ha confermato il suo arresto sino al 28 aprile. Confermato anche l'arresto dell'altro presunto esecutore materiale Anzor Gubashev, che si è dichiarato non colpevole.

I giudici: "Il denaro movente dell'omicidio" - Un omicidio commesso per motivi di denaro, connesso con la rapina, l'estorsione o il banditismo: è l'accusa annunciata in tribunale in relazione alla convalida degli arresti dei cinque sospetti per la morte di Nemtsov. Il codice prevede pene fino all'ergastolo.

"Dadayev fu decorato da Putin?" - L'oppositore Ilià Iashin si chiede su Twitter se Zaur Dadayev non sia "lo stesso che è stato decorato con la medaglia al merito da Putin". Il sito del governo ceceno, filo Cremlino, indica che nell'ottobre 2010 questo riconoscimento è stato attribuito a un certo "sergente Zaur Dadayev", della 46/a brigata delle truppe interne in Cecenia. Difficile si tratti di un'omonimia dopo le rivelazioni della madre di Dadayev e la conferma del consiglio di sicurezza inguscio.

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