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"Siamo come prigionieri in ostaggio, chiusi in casa 24 ore su 24 e adesso che si è saputo della richiesta di concordato siamo ancora più preoccupati perché i fornitori verranno da noi". Lo affermano Andrea Urciuoli e Ricardo Pinela, i due dipendenti della Cmc di Ravenna bloccati da giorni a Kuwait City, dopo la rescissione di un contratto da 22 milioni. "Abbiamo bisogno dell'intervento dei ministri degli Esteri di Italia e Portogallo", aggiungono.