In un file si legge del piano "Operation Bounty", preparato dall'amministrazione statunitense per incoraggiare i cubani a uccidere o catturare i leader comunisti
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- L'uccisione di Fidel Castro? Valeva due centesimi per l'amministrazione Usa. Lo rivelano gli oltre 2.800 documenti resi pubblici, relativi alle indagini sull'assassinio del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy nel 1963. In un file, si legge del piano "Operation Bounty", preparato dall'amministrazione statunitense per incoraggiare i cubani a uccidere o catturare i leader comunisti, in cambio di una "taglia".
I premi in denaro variavano in base all'importanza del leader, da due centesimi a un milione di dollari, e sarebbero stati annunciati con volantini lanciati per via aerea. Naturalmente, il fatto di assegnare il valore di due centesimi a Castro era un tentativo di denigrare il leader cubano, come poi raccontato da un alto funzionario della Cia, Edward Lansdale, in una testimonianza in Senato, nel 1975.
Il piano non fu mai attuato. In altri file, si trovano altri metodi, anche bizzarri, che gli Stati Uniti presero in considerazione per uccidere Castro: l'avvelenamento alimentare, la contaminazione della muta da sub (era un amante delle immersioni), l'inserimento di esplosivo nelle conchiglie marine (ma gli statunitensi appurarono che non c'erano conchiglie abbastanza grandi) oppure, più semplicemente, per mano di un killer solitario.