IL PROCESSO ALL'EX PRESIDENTE USA

Caso pornostar, Trump rilasciato senza restrizioni | "Il mio unico crimine è stato difendere l'America"

Durante l'udienza, il giudice legge 34 i capi d'accusa: l'ex presidente statunitense è accusato di aver pagato due donne, ma si dichiara "non colpevole". La Casa Bianca: "Condanniamo ogni attacco contro i giudici"

05 Apr 2023 - 23:49

Donald Trump si è dichiarato "non colpevole" dei 34 capi d'accusa, inclusa la cospirazione, per i quali è comparso in tribunale a New York per l'udienza preliminare nell'ambito del processo sul caso Stormy Daniels. "Il mio unico crimine è stato difendere l'America. Nulla è stato fatto illegalmente. Una grande giornata, l'indagine è una farsa", ha dichiarato il tycoon una volta tornato nella sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida. Trump, primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta penale e in stato di arresto, è stato incriminato per il pagamento di 130mila dollari effettuato dai fondi della sua campagna elettorale nel 2016 all'ex pornostar, al fine di tacere una relazione extraconiugale. L'ex presidente, rilasciato senza restrizioni, è accusato anche di aver pagato anche un'altra donna e un usciere. La nuova udienza si terrà il 4 dicembre, l'inizio del processo nel 2024.

Fotogallery - Trump in tribunale a Manhattan

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Il pm ha chiesto la protezione dei testimoni. Tra le accuse mosse contro l'ex inquilino della Casa Bianca figura anche quella di aver partecipato a una cospirazione per minare l'integrità delle elezioni del 2016, anche attraverso una serie di pagamenti per soffocare tre "vicende imbarazzanti" prima della campagna per le presidenziali.

Fotogallery - Trump torna a Mar-a-Lago dopo l'udienza e arringa i suoi sostenitori

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Il discorso di Trump

 Trump ha dedicato gran parte del suo discorso post-udienza, durato circa 25 minuti e giudicato "breve e deludente" da molti analisti, ad attaccare i suoi avversari politici e a contestare le altre inchieste che lo vedono coinvolto, dalle interferenze elettorali in Georgia nel 2020 ai documenti classificati ritrovati dall'Fbi proprio a Mar-a-Lago, nell'estate 2022. "Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America. L'unico crimine che ho commesso è stato difendere l'America da chi la vuole distruggere", ha tuonato Trump tra le grida di supporto dei suoi sostenitori.

L'attacco a Joe Biden: "Vuole la Terza Guerra Mondiale"

 Su quest'ultimo punto, Trump ha anche attaccato il presidente Joe Biden, ribadendo nuovamente di avere declassificato tutti i documenti ritrovati nella sua residenza privata dalle autorità. "Biden vuole iniziare la Terza Guerra Mondiale. Ne ha fatte di tutti i colori quando era senatore", ha sottolineato il tycoon in riferimento alla questione delle carte top secret trovate nei suoi uffici. Facendo poi riferimento alle carte secretate, trovate negli ultimi mesi all'interno di strutture utilizzate da Biden durante i suoi mandati da vicepresidente e da senatore, Trump ha affermato che "un vicepresidente, così come un senatore, non può declassificare nulla: si tratta di un comportamento inaccettabile, eppure non mi pare che lo stiano perseguitando come stanno facendo con chi lavora per me". Trump ha quindi attaccato il governo federale, accusando l'amministrazione Biden di "sfruttare il sistema giudiziario statunitense, ormai diventato fuorilegge, per vincere le elezioni".

Trump contro tutti

 Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono "persecuzioni politiche", il tycoon ha ricoperto d'insulti uno per uno i procuratori coinvolti: da Bragg, "pagato da George Soros", a Letitia James a Jack Smith, impegnato nell'inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un "pazzo". Tutti, secondo l'ex presidente americano, sono strumenti della "sinistra radicale" che hanno l'obiettivo di "fermarlo a ogni costo". Anche l'indagine della procura di Atlanta, in Georgia, è "un caso falso per interferire nelle elezioni del 2024 e dovrebbe essere archiviata subito" per Trump, che ha definito "perfetta" la telefonata in cui fece pressioni per ribaltare il voto del 2020 in quello stato. Prima di salire sul palco del suo resort, il repubblicano ha accusato Bragg "di aver chiuso New York, mobilitato 38mila agenti e speso 200mila dollari di fondi della città per un accordo di non divulgazione legale da 130.000 dollari".

L'udienza e i capi d'accusa

 Durante l'udienza al 15esimo piano del tribunale penale di Manhattan, Trump si è dichiarato non colpevole di tutti i 34 capi d'accusa emessi a suo carico per falso in bilancio. Nell'atto di accusa, desecretato di fronte al giudice Juan Merchan al termine dell'udienza, non si fa invece riferimento al reato di cospirazione. In base al testo, firmato dal procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, il reato di falsificazione di documenti sarebbe stato perpetrato "per nascondere una condotta criminosa tesa a insabbiare informazioni che avrebbero potuto danneggiare l'immagine" di Trump, nel quadro della campagna elettorale per le presidenziali del 2016. Nel documento non viene chiarito quale sia la "condotta criminosa" che l'ex presidente e il suo staff avrebbero tentato di nascondere falsificando i documenti (una condizione necessaria per fare sì che il falso in bilancio costituisca un reato penale), e Bragg ha affermato in conferenza stampa che le autorità giudiziarie non sono tenute a precisarlo per il momento.

Fotogallery - I sostenitori di Trump scendono in strada a New York e Mar-a-Lago

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I 130mila dollari nel mirino della Procura

 Parlando con i giornalisti, Bragg si è limitato a dire Trump avrebbero violato la legge elettorale dello Stato di New York, in base alla quale la falsificazione di documenti societari costituisce un reato penale in presenza della volontà di nascondere o insabbiare altre condotte criminose. L'inchiesta della Procura di Manhattan è incentrata sui 130mila dollari che sarebbero stati versati nel 2016 alla pornostar Stephanie Clifford, nota con il nome d'arte di Stormy Daniels. La somma sarebbe stata versata affinché la donna mantenesse il silenzio su una relazione intrattenuta dieci anni prima con Trump, il cui legale di allora, Michael Cohen, ha ammesso di essersi occupato personalmente della transazione. Il denaro, sostiene l'accusa, sarebbe stato successivamente iscritto a registro come "spese legali" in capo alla Trump Organization. Stando agli atti giudiziari, le accuse riguardano un totale di tre pagamenti effettuati dallo staff di Trump ad altrettante donne, inclusa la Daniels, che le autorità giudiziarie vorrebbero chiamare come testimone alla prossima udienza, fissata per il prossimo 4 dicembre. I pagamenti sarebbero stati effettuati nei confronti di Stormy Daniels, di Karen McDougal, ex modella della rivista "Playboy", e di una donna impiegata presso la Trump Tower, il cui nome non è stato specificato. Le tre donne avrebbero ricevuto rispettivamente 130mila, 150mila e 30mila dollari.

Casa Bianca: "Condanniamo ogni attacco contro i giudici"

 In un briefing con la stampa, rispondendo a una domanda sulle invettive dell'ex presidente Donald Trump contro procuratori e giudici, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre ha detto: "Condanniamo qualsiasi attacco contro i giudici o il sistema giudiziario". 

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