Una tesi sulla difterite per il titolo di studi più alto, ma le leggi razziali le impedirono di ottenerlo perché ebrea. Dopo 80 anni il riscatto. L'università di Amburgo le ha "restituito" il titolo
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Non è mai troppo tardi, sembra dire con la sua storia Ingeborg Syllim-Rapaport, 102 anni. Ne aveva 25 quando scrisse in Germania una brillante tesi sulla difterite per ottenere il dottorato, il titolo di studi più alto. Mancava solo l'esame finale, ma le leggi razziali le impedirono di sostenerlo perché ebrea. A distanza di 70 anni, grazie alla caparbietà del figlio, può ottenere l'ambito diploma davanti alla commissione. Giustizia è fatta.
Non è stato un regalo quello fatto dall'Università di Amburgo alla professoressa Rapaport. A 102 anni ha dovuto ancora studiare qualche mese per sostenere la prova d'esame davanti alla commissione e ottenere il tanto agognato dottorato: "Non è stato facile, ora mi posso permettere di ritirarmi" ha detto dopo aver ricevuto il diploma.
Non un pezzo di carta qualsiasi, ma il simbolo del suo riscatto: il partito nazista quando era giovane le negò di dottorarsi perché ebrea. Lei, donna ambiziosa e determinata, però non smise mai di sperarci. E' stato suo figlio un anno fa a contattare l'ateneo e a riaprire il caso, che questa volta ha avuto un meritato lieto fine.
Nemmeno le leggi razziali l'avevano fermata: dopo anni negli Stati Uniti in cui fu apprezzata come pediatra e neonatologa a New York, Baltimora, nell'Ohio, riuscì a tornare nella Ddr alla fine della guerra. La sua Germania le doveva ancora però il riconoscimento scientifico per i suoi studi sulla difterite. Nel 2015, a distanza di 70 anni la pergamena di dottorato è giustamente arrivata.