Inizialmente "falco" di Israele, negli anni si trasformò in "colomba", arrivando a ottenere il premio Nobel per la pace assieme a Rabin per gli accordo di Oslo
L'ex presidente israeliano Shimon Peres, colpito due settimane fa da un ictus che lo aveva costretto al ricovero in ospedale, è morto nella notte all'età di 93 anni. Dopo le prime cure i medici avevano parlato di una condizione critica ma stabile; martedì, invece, l'improvviso il peggioramento delle condizioni di salute. Il premier Benyamin Netanyahu ha convocato una seduta di lutto del governo israeliano.
La carriera politica dell'uomo che per anni è stato il più avversato di Israele e che solo in tempi più recenti ha toccato record di popolarità era iniziata nell'azienda agricola laburista di Ben Shemen, dove il giovane Shimon Perski (questo il vero nome ricevuto alla nascita in Polonia) venne notato dagli emissari di David Ben Gurion, il futuro fondatore dello Stato. Mentre i suoi coetanei versavano il sangue nella guerra di indipendenza (1948-49), Peres era impegnato all'estero ad acquistare le armi per loro. Un incarico importante a livello nazionale, ma la macchia di "imboscato" gli restò addosso per mezzo secolo.
A 30 anni, Peres era già direttore generale del ministero della Difesa. Da quella posizione seguì la guerra nel Sinai del 1956, condotta da Tzahal assieme con inglesi e francesi. Con questi ultimi gettò allora le basi per la costruzione della centrale atomica di Dimona (nel Neghev). Da 'falco' laburista seguì Ben Gurion: prima all'opposizione e poi, nel 1967, nel governo di unità nazionale.
Nella Guerra dei sei giorni sarebbe potuto essere ministro della Difesa, ma l'incarico fu affidato a Moshe Dayan. Sette anni dopo, a seguito della cruenta guerra del Kippur, Dayan e il premier Golda Meir furono defenestrati da proteste popolari. Una nuova occasione per Peres, al quale però venne preferito l'ambasciatore israeliano a Washington, Yitzhak Rabin, che acquisì così la leadership laburista.
Negli anni dal 1974 al 1977, Peres procurò non pochi guai a Rabin, autorizzando, da ministro della Difesa, le prime colonie ebraiche ideologiche in Cisgiordania. Nel 1977 le dimissioni di Rabin e una nuova occasione per Peres; anche questa volta, però, la delusione: ad aggiudicarsi le elezioni fu inaspettatamente il leader della destra nazionalista Menachem Begin. Peres riuscirà a diventare premier solo nel 1984 Peres, ma in rotazione con il conservatore del Likud Yitzhak Shamir.
Nel 1992 Rabin riuscì a riportare i laburisti al potere, e dietro le quinte Peres, nel frattempo trasformatosi in "colomba", manovrò per dar vita agli accordi di Oslo: la gloria andò però al suo rivale di partito, con il quale spartì il premio Nobel per la pace. Nelle politiche del 1996, ancora una delusione politica per Peres: la sua vittoria era data per scontata, invece prevalse il debuttante Benyamin Netanyahu. Anche la carica di capo dello Stato fu difficile da raggiungere. In un primo tentativo gli fu infatti preferito Moshe Katzav. Solo nel 2007 Peres divenne presidente, riconosciuto come icona di Israele nel mondo.