Ebola, infermiera: "Ho seguito il protocollo" Il marito: vogliono abbattere il nostro cane
© ansa
© ansa
Spagna, la prima malata d'Europa, Teresa Romero Ramos, dichiara di non sapere il motivo del contagio. Intanto suo marito lancia un appello: "Salvate Excalibur"
© ansa
"Non conosco i motivi del contagio. Ho seguito il protocollo alla lettera ma forse ho commesso un errore nel momento in cui mi sono tolta la tuta di biosicurezza". Lo ha detto Maria Teresa Romero, l'infermiera spagnola di 44 anni malata di Ebola ricoverata all'ospedale Carlo III di Madrid. Nella struttura, in quarantena, c'è anche suo marito, Javier Limon. Che lancia un appello per salvare il loro cane: "Lo vogliono sopprimere. Salviamolo".
© ansa
© ansa
L'infermiera ha parlato al telefono con i giornalisti - Nei due brevi colloqui telefonici con i giornalisti di El Mundo e El Pais, Teresa Romero Ramos, che curò i due missionari poi deceduti proprio a causa del virus Ebola, ha dapprima dichiarato di "non aver fatto nulla" per cui avrebbe dovuto preoccuparsi di un possibile contagio, salvo poi ipotizzare un possibile errore: "Potrei essermi potuta contagiare sfregandomi il viso con un guanto nel momento in cui mi sfilavo la tuta isolante, il passaggio più critico", ha detto.
L'infermiera ha avuto due contatti con il missionario malato Manuel Garcia Viejo, deceduto il 26 settembre: uno per cambiargli il pannolone e il secondo quando era già deceduto, pulendo la stanza. La donna, che ha detto di sentirsi "un po' meglio, non ho febbre", ha aggiunto: "Non so come sia potuto accadere. Spero di riuscire a uscirne, devo uscirne".
Le autorità sanitarie spagnole cercheranno ora di fare chiarezza: "E' ancora difficile avere la certezza di quello che è accaduto, fa parte di un'indagine della quale avremo presto i risultati", ha detto il coordinatore del Centro di allerta ed emergenza del ministero della Sanità, Fernando Simon. "Le ipotesi sono molte. Dal possibile errore nel momento di togliersi la tuta di protezione a distrazioni nella manipolazione, nelle iniezioni o nel contatto con fluidi dei pazienti che non si dovevano produrre ma che possono esserci stati", conclude Simon.
"Salviamo Excalibur" - Limon ha invece pubblicato in Rete un video-appello. Le autorità sanitarie avrebbero infatti deciso di sacrificare il suo cane, Excalibur. E in Rete è iniziata la battaglia, con tanto di raccolta firme: "Mettere in quarantena o isolamento il cane dell'infermiera contagiata dall'ebola invece che sacrificarlo", si legge sul sito change.org.
"Per questa coppia Excalibur non è solo un cane, è un altro membro della famiglia - dichiara Carmen Sanchez Montanes, di Siviglia, a capo della battaglia - Tra l'altro, se l'infermiera morisse, per il marito il cane, che è con loro da anni, sarebbe un appoggio emotivo importante".