Le Nazioni Unite lanciano l'allerta: "La malattia è più veloce delle cure". Intanto il medico americano che si è salvato scrive una nota commovente: "Scusate se mi sono infettato". L'Oms autorizza l'uso di sangue di pazienti guariti
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E' stato raggiunto un consenso sull'impiego di farmaci a base di sangue e siero di pazienti sopravvissuti al virus Ebola. Lo ha comunicato la direttrice generale aggiunta dell'Organizzazione mondiale della sanità Marie Paule Kieny. Annunciata anche l'identificazione di "due promettenti" candidati vaccini. Se risulteranno sicuri potrebbero essere disponibili in novembre ed essere usati in modo prioritario presso il personale sanitario e medico.
Onu: "Fermare epidemia in 6-9 mesi" - "L'obiettivo è quello di fermare la diffusione di Ebola nei Paesi colpiti entro sei-nove mesi, e prevenire la diffusione internazionale del virus": lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. "Tale risultato può essere raggiunto solo se vi è una mobilitazione urgente e necessaria sia nei Paesi colpiti che in tutta la comunità internazionale", ha aggiunto Ban.
Malattia più veloce della cura - Il segretario generale ha poi sottolineato che "il popolo della Guinea, della Liberia e della Sierra Leone, in particolare, contano su di noi per ricevere assistenza: più medici, più infermieri, più posti letto, e più attrezzature". Il virus Ebola "può essere evitato e controllato - ha aggiunto - E' stato controllato altrove in passato, e possiamo farlo anche oggi". Ban ha poi chiesto alla comunità internazionale a rispondere all'appello da 600 milioni di dollari dell'Oms, e alle compagnie a non interrompere i collegamenti aerei e marittimi con i Paesi colpiti. "Fermare voli e navi non fermerebbe la diffusione del virus, e invece impedirebbe alle equipe di medici di aiutare le persone bisognose", ha affermato.
Il medico Usa infettato: "Scusate se mi sono ammalato" - Il medico missionario colpito dall'ebola in Liberia e trasportato nel centro medico di Omaha in Nebraska ha scritto una commovente nota prima di venire evacuato in cui "chiede scusa" per essersi ammalato. Resa nota durante la conferenza stampa dell'ospedale, la lettera diretta al presidente dell'associazione missionaria Samaritan Purse di cui Rick Sacra fa parte dice: "Chiedo scusa a tutti voi. So quali e quanti problemi pensare ad una evacuazione porta. Ma sono sereno, Gesù è qui con me, in Liberia. So che potrei morire, evacuazione o no, in Lberia o negli Usa, e la mia unica preoccupazione al momento è mia moglie e miei figli. Ma ho fiducia, perché so che Dio è al lavoro". Rick Sacra, 51 anni, è il terzo americano dell'associazione religiosa Samarithan Purse - collega di Kent Brantly e Nancy Writebol, i due pazienti Usa appena guariti dalla febbre emorragica - ad avere contratto il virus in Liberia.