lo riferisce il suo legale

Egitto, caso Zaki: prolungata di 45 giorni la custodia cautelare

Lo studente egiziano dell'Università di Bologna resta in carcere. Le accuse a suo carico sono "diffusione di notizie false", "incitamento alla protesta" e "istigazione alla violenza e ai crimini terroristici"

28 Lug 2020 - 09:52

E' stata rinnovata di altri 45 giorni la custodia cautelare di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna che da oltre cinque mesi si trova in carcere in Egitto per propaganda sovversiva. Lo ha reso noto Hoda Nasrallah, sua legale.

Prolungamento "prevedibile" - La decisione sul prolungamento della custodia cautelare è stata presa da una "corte d'assise", come ha spiegato Hoda Nasrallah. Un altro legale dello studente, Walid Hassan, nonostante le aspettative circa una sua liberazione ha detto che il prolungamento era prevedibile visto che l'udienza di domenica era stata "eccezionale" ed era avvenuta senza il coinvolgimento dell'intero collegio di difesa.

L'ok del giudice - Sono già trascorsi i cinque mesi della detenzione di Zaki durante i quali erano possibili dieci ulteriori rinnovi della custodia cautelare (che in Egitto sono di 15 giorni e vengono ordinati dalla sola Procura). Per questi prolungamenti di un mese e mezzo serve invece l'autorizzazione di un giudice.

Le accuse - Fra le accuse a carico di Zaki basate peraltro solo su un controverso account Facebook, ci sono "diffusione di notizie false", "incitamento alla protesta" e "istigazione alla violenza e ai crimini terroristici". Lo studente 29enne è in carcere da febbraio. 

Amnesty: "Pessima sorpresa" - Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia ha commenta l'esito dell'udienza del Tribunale del Cairo. "Una pessima sorpresa anche se nessuno era particolarmente ottimista". Su Twitter è arrivato anche il commento di Matteo Orfini del Pd: "Zaki resta in carcere senza motivo per altri 45 giorni. Sulla verità per Giulio Regeni nessun passo avanti, solo prese in giro. Ora basta: il governo richiami subito il nostro ambasciatore e blocchi le forniture di armi". 

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