UCCISI 3 GIUDICI PER RAPPRESAGLIA

Egitto, l'ex presidente Morsi condannato a morte

La sentenza per l'evasione di massa dei vertici della Fratellanza musulmana dal carcere di Wadi el Natroun nel gennaio 2011. Per rappresaglia uccisi tre giudici nel Sinai

16 Mag 2015 - 19:11
 © ansa

© ansa

Il deposto presidente egiziano Mohamed Morsi è stato condannato a morte per l'evasione di massa dei vertici della Fratellanza musulmana dal carcere di Wadi el Natroun nel gennaio 2011. Lo ha deciso il tribunale de Il Cairo. La sentenza è stata inviata al Gran Muftì per un un parere segreto e non vincolante. Morsi ha invece scampato la pena capitale nel processo per spionaggio a favore di Hamas, Hezbollah e Iran.

Tra i condannati nei due processi di cui è protagonista il deposto presidente egiziano ci sono diversi esponenti di spicco della Fratellanza musulmana messa al bando in Egitto. Morsi era già stato condannato in primo grado a 20 anni di reclusione nel processo per la repressione di una manifestazione al suo palazzo presidenziale nel dicembre 2012.

Per il processo sulle evasioni di massa, oltre a Morsi e alla Guida suprema della Fratellanza, Mohamed Badie, spicca anche il nome di Youssef el Karadawi, che però è latitante in Qatar e a capo dell'Unione mondiale degli "ulema" (i dotti musulmani di scienze religiose). Alla sbarra, tra i condannati a morte per "collaborazione" con organizzazioni straniere, oltre al numero due della Fratellanza, Khairat el Shater, spiccano Mohamed el Beltagui (segretario generale del partito "Libertà e giustizia", braccio politico dei Fratelli musulmani) e Ahmed Abdel Atti (capo di gabinetto di Morsi).

L'evasione dal complesso carcerario di Wadi el Natroun (circa cento km a nord del Cairo) avvenne il 28 gennaio 2011, tre giorni dopo l'inizio della rivoluzione che in febbraio spodestò il presidente Hosni Mubarak: l'azione coinvolse 11.151 detenuti, secondo siti egiziani che citano atti dell'inchiesta (il totale degli evasi considerando altri carceri fu fissato a 23.710). Fonti ricordano che il bilancio, almeno quello "ufficiale", fu di un poliziotto ucciso e diversi feriti.

L'altro processo, secondo la definizione data da un avvocato di Morsi, è di "collaborazione" (takhabur) "con organizzazioni straniere per compiere atti di terrorismo in Egitto": in pratica aver tramato con i palestinesi di Hamas e gli Hezbollah, i libanesi legati all'Iran, per compiere attentati per reagire alla sua deposizione. Il processo è distinto da un altro procedimento a carico di Morsi per "spionaggio" (taghassus) in favore del Qatar.

Intanto, nel nord del Sinai, tre giudici egiziani sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco. Fonti della sicurezza hanno sostenuto che l'attacco è stato portato da estremisti islamici legati all'Isis in "risposta alla sentenza" di condanna a morte pronunciata contro Morsi. Le fonti hanno precisato che in azione sono entrati gli ex "Ansar Bait al-Maqdis", il principale gruppo jihadista egiziano da poco ribattezzatosi "Stato del Sinai" nel quadro di un'alleanza-affiliazione con l'Isis annunciata in novembre.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri