Amnesty International: "Questa somma di incertezze sta veramente logorando lo stato d'animo di Patrick. Sarebbe importante che questa vicenda si chiudesse felicemente al più presto"
MCH ZAKI, ALTRI 45 GIORNI IN CUSTODIA MCH
Presto Patrick Zaki, il giovane studente detenuto a Tora, a Il Cairo, sarà trasferito in un altro carcere perché la struttura dove si trova sta per chiudere. Lo segnalano in un post sui social gli attivisti di "Patrick libero", i quali temono che la nuova destinazione abbia "condizioni peggiori" e che le visite "non saranno permesso nel periodo iniziale".
La notizia è stata segnalata dai genitori del ricercatore che sabato sono stati a fargli visita a Tora. Lo stesso Patrick, spiegano gli attivisti, ha detto ai genitori che "è stato informato che la struttura della prigione di Tora sta chiudendo, il che significa che dovrà essere trasferito in un'altra struttura di detenzione".
Al momento, non sono ancora state fatte dichiarazioni ufficiali, quindi non si sa quando e dove lo studente egiziano dell'università di Bologna in arresto in Egitto da febbraio 2020 sarà trasferito. "Siamo molto preoccupati che possa essere trasferito in una prigione con condizioni di vita peggiori", sottolineano gli attivisti ricordando che "quello che sappiamo è che non sarà trasferito nel nuovo complesso carcerario di Wadi El Natroun, perché la struttura è solo per detenuti e non per detenuti politici. Inoltre, siamo anche preoccupati che le visite non saranno permesse per il primo periodo di tempo nella nuova struttura di detenzione, come avviene di solito quando un prigioniero viene trasferito in un'altra struttura di detenzione e questo significa che sarà lasciato senza rassicurazioni, forse cibo, vestiti o necessità di base, fino a quando la sua famiglia sarà autorizzata a visitarlo di nuovo".
Nel post, gli attivisti si dicono in attesa di una dichiarazione ufficiale "per sapere cosa significherà questo per Patrick, ma la verità è che probabilmente non ci sarà nessuna dichiarazione ufficiale e sentiremo per caso che la prigione è chiusa o la sua famiglia andrà a trovarlo solo per rendersi conto che è stato trasferito e in entrambi i casi i suoi avvocati dovranno andare a cercarlo nei registri della prigione per sapere dove lo hanno trasferito perché nessuno notifica nulla alle famiglie. Speriamo che questo non lo metta in circostanze ancora peggiori di quello che ha passato nell'ultimo anno e 9 mesi".
Amnesty International: "Somma di incertezze che logora" - "Questa somma di incertezze sta veramente logorando lo stato d'animo di Patrick. Sarebbe importante che questa vicenda si chiudesse felicemente al più presto". Lo dice Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia, commentando le notizie sul possibile trasferimento di carcere per lo studente egiziano.
"Alla vigilia del ventunesimo mese dall'arresto, alle incertezze che ormai dominano sulla vita di Patrick si aggiunge anche una nuova incertezza su quello che sarà il luogo in cui potrà essere trasferito, giacché le notizie sulla chiusura del centro di detenzione di Tora si rincorrono - dice Noury - Non c'è ancora nulla di certo, rispetto a un eventuale luogo di detenzione, ma quello che le autorità egiziane hanno annunciato è che in questo processo di trasferimento di detenuti da vecchie a nuove carceri, con ogni probabilità si tratterà di luoghi più lontani e nei quali almeno all'inizio le visite familiari non saranno facili". Iniziato a metà settembre dopo un anno e mezzo di custodia cautelare in carcere, il processo a carico di Zaki ha una nuova udienza fissata per il 7 dicembre. In quel giorno saranno 22 mesi di carcere per il ricercatore.