Lo studente egiziano dell'Università di Bologna è in carcere nel suo Paese da inizio febbraio per istigazione alle proteste e diffusione di notizie false
"Sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell'università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole". E' un passaggio di una lettera di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, recapitata alla sua famiglia. Ne dà notizia la rete di attivisti "Patrick Libero".
"Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima", scrive lo studente.
Amnesty: "Suo desiderio di libertà è un diritto" "Una notizia bella, una lettera molto dolce che ci dà conforto, che ci sprona a impegnarci ancora di più per assecondare il desiderio di Patrick, che poi è un diritto più che desiderio. E cioè quello di tornare in libertà. Bello leggere che Patrick nonostante tutto sia in buone condizioni, di spirito. Continua la campagna per chiedere il suo rilascio, immediato e incondizionato". Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commenta la lettera di Patrick Zaky.
Patrick George è stato arrestato per istigazione alle proteste e diffusione di notizie false. Attualmente si trova nel maxi complesso carcerario di Tora, alle porte de Il Cairo. La prossima udienza per il rinnovo o meno della detenzione, dopo estenuanti rinvii, sarebbe fissata al 12 luglio. Nei giorni scorsi l'Egitto ha annunciato una grazia per 530 detenuti per decongestionare le carceri e Amnesty chiede che il governo italiano faccia pressione affinché lo studente possa beneficiarne.