si sceglie il dopo-Trudeau

Canada al voto, l'ombra di Trump sui conservatori

Si sceglie il dopo-Trudeau: nei sondaggi i liberal avanti

28 Apr 2025 - 08:20
 © Afp

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Il Canada al voto sotto l'ombra di Donald Trump. Lunedì 28 aprile, alle urne, i canadesi sceglieranno a chi affidare la guida del Paese dopo i 10 anni del governo di Justin Trudeau. I sondaggi indicano i liberal in vantaggio sui conservatori in queste elezioni federali influenzate dal presidente americano. Fino alle dimissioni di Trudeau, infatti, il partito conservatore sembrava avere la vittoria in tasca. Ma i dazi di Trump e le minacce americane alla sovranità del Canada, che il tycoon vorrebbe come 51mo Stato americano, hanno radicalmente cambiato la corsa. I liberal non solo hanno ridotto progressivamente lo svantaggio, ma sono passati in testa di qualche punto percentuale e ora sperano nella vittoria.

L'ombra di Trump

 Il primo ministro Mark Carney e il partito liberale al governo sembravano destinati a una storica sconfitta fino a quando il presidente americano non ha imposto pesanti dazi al Paese e ha iniziato a minacciarne la sovranità. Gli attacchi di Trum hanno fatto infuriare i canadesi e l'ondata di nazionalismo ha rafforzato i consensi dei liberali nei sondaggi. Il partito conservatore all'opposizione sperava di trasformare le elezioni in un referendum sull'ex primo ministro Justin Trudeau, la cui popolarità è crollata a causa dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari e degli alloggi e dell'impennata dell'immigrazione. Il voto dovrebbe ora invece concentrarsi su chi è più adatto a trattare con Trump.

I candidati visti da vicino: chi è Mark Carney

 A guidare i progressisti è Mark Carney, l'ex governatore della Banca centrale canadese e della Bank of England, colui che ha gestito la Brexit e che ora si dice pronto ad affrontare la possibili crisi del suo Paese di nascita. "Se non c'è una crisi non mi vedete. Sono utile in tempi di crisi, non in tempi di pace", ha detto di recente ai media canadesi. I dazi di Trump è molto probabile che facciano scivolare il Canada in una profonda recessione e l'esperienza in tema economico di Carney lo fa apparire agli occhi dei canadesi come l'uomo giusto, secondo quanto emerso dai sondaggi.

Carney ha sostituito Trudeau, che ha annunciato le sue dimissioni a gennaio, è ha prestato giuramento come 24esimo primo ministro del Canada il 14 marzo. Il 60enne economista ha lavorato per 13 anni per Goldman Sachs a Londra, Tokyo, New York e Toronto, prima di essere nominato vice governatore della Banca del Canada nel 2003. Pragmatico e moderato, l'ex banchiere centrale ha giocato la sua intera campagna elettorale presentandosi come il "difensore del Canada" e facendo leva sulla sua vasta rete di contatti internazionali.

I candidati visti da vicino: chi è Pierre Poilievre

 Carney sfida i conservatori guidati dal 45enne Pierre Poilievre, impegnato per anni in attacchi incessanti contro Trudeau. La sua campagna è andata bene fino a quando Trump non è intervento a gamba tesa imponendo al Canada dazi del 25% e chiamando Trudeau "governatore". Attacchi che hanno fatto crollare il partito conservatore, mandando in fumo i 25 punti di vantaggio sui liberal e lanciando Carney, che ha assunto in via temporanea il dopo-Trudeau in seguito alle dimissioni dell'ex premier.

Poilievre ha pagato a caro prezzo anche l'aver continuato a criticare Trudeau invece che la Casa Bianca per la sua politica contro il Canada. Polievre, politico di carriera, porta avanti idee populiste promettendo di mettere il Canada "al primo posto". E' spesso critico nei confronti dei media mainstream e promette di tagliare i fondi all'emittente pubblica canadese.

Anche l'auto sulla folla a Vancouver influenzerà il voto?

 Così, mentre il Canada si apprestava a vivere la vigilia del voto, un fatto di sangue ha sconvolto il Paese. A Vancouver un'auto è piombata sulla folla che partecipava al festival 'Lapu-Lapu', festa della tradizione filippina. Undici morti e una ventina di feriti è il bilancio dell'attacco. Le forze dell'ordine hanno fermato un trentenne e hanno "escluso l'ipotesi dell'atto terroristico". L'uomo - ha riferito la polizia - era noto alle forze dell'ordine e agli operatori sanitari per problemi di salute mentale.

Con quale stato d'animo, all'indomani della strage, i canadesi eleggeranno un nuovo governo in una consultazione che è stata stravolta dalla guerra commerciale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dalle sue minacce di rendere il Canada il 51esimo Stato americano?

Come si vota

 Gli elettori del Canada designeranno tutti i 343 membri della Camera dei Comuni, uno per ogni circoscrizione. Non ci sono primarie o ballottaggi, ma solo un unico turno di votazioni. Un sistema che ha generalmente consolidato il predominio dei due partiti più grandi, i liberali e i conservatori perché è difficile per le formazioni più piccole ottenere seggi, a meno che non abbiano un sostegno concentrato in aree particolari, come ad esempio i francofoni del Quebec.

Il partito che ottiene la maggioranza alla Camera dei Comuni, da solo o con il sostegno di un altro, formerà il prossimo governo e il suo leader sarà il primo ministro.

Il Canada ha sei fusi orari, quindi le votazioni sono scaglionate per garantire che la maggior parte delle persone voti nello stesso momento. Le urne nelle province principali come Ontario, Quebec, Manitoba, Saskatchewan e Alberta chiuderanno alle 3.30 di martedì mattina 29 aprile, ora italiana. In British Columbia alle 4. Nel giro di 30 minuti sono previsti i primi exit poll.

Nell'ultimo sondaggio Nanos, condotto in un periodo di tre giorni terminato il 25 aprile, i liberali erano in vantaggio di tre punti percentuali a livello nazionale sui conservatori: 41.9% contro 38.6%. Il Nuovo Partito Democratico è al 9%, seguito dal Bloc Quebecois (6%), dal Partito Verde del Canada (3%) e dal Partito Popolare del Canada (1%).

In questo quadro i canadesi si avviano alle urne e sembrano pronti a dare all'ex banchiere centrale una chance pur non essendo un politico e mancando del carisma di Trudeau. L'idea dominante è quella di affidarsi a un tecnico per affrontare un periodo che si prospetta difficile e correggere l'eccessiva svolta a sinistra impressa al partito dall'ex premier.

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