Boom dell'ultradestra di Riikka Purra che cresce ai massimi della propria storia e diventa la seconda forza politica del Paese
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Alle elezioni parlamentari in Finlandia vince il Partito di coalizione nazionale (Kok) guidato da Petteri Orpo: con il 97,7% dei voti scrutinati, il centrodestra è al 20,7%. Segue l'ultradestra di Veri Finlandesi, guidata dalla leader Riikka Purra, che cresce ai massimi della propria storia e raggiunge il 20,1%. Ai socialdemocratici, fermi al 19,9%, non è bastata la popolarità della premier uscente Sanna Marin, che ha riconosciuto la sconfitta.
"Congratulazioni al vincitore delle elezioni, congratulazioni alla Coalizione nazionale, congratulazioni al partito dei finlandesi, la democrazia ha parlato", ha detto la leader 37enne davanti ai suoi sostenitori.
Nel voto per il rinnovo dell'Eduskunta, il centrodestra è accreditato per ottenere 48 seggi su 200 complessivi, mentre il partito nazional-populista ed euroscettico ne ottiene 46. Al partito della premier uscente ne dovrebbero andare 43. La foto a poche ore dalla chiusura delle urne lasciava comunque presagire una tortuosa trattativa per la formazione della coalizione che sosterrà il governo, considerando i diversi veti incrociati espressi da alcune forze in campagna elettorale.
Sia i socialdemocratici di Marin, sia il centrodestra di Orpo sono in decisa crescita rispetto al 2019, in un voto che ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e i timori di recessione. Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sostiene la giovane premier, con una debacle dei verdi e una tenuta sopra le attese solo del Centro (12,5%), che sarà decisivo nella formazione di una coalizione in cui anche un deputato fa la differenza. Nel 2019, l'Spd ha conquistato la leadership per appena un seggio di vantaggio su Purra (con il 17,7% contro il 17,5% ottenuto dai Veri Finlandesi).
Il voto in Finlandia arriva a pochi giorni dall'ultimo via libera mancante per lo storico accesso alla Nato, con la ratifica in Turchia arrivata giovedì, ma il tema è talmente condiviso da esser rimasto fuori dal dibattito. La 37enne Marin, molto nota all'estero, popolarissima in patria, anche grazie a una gestione esemplare della pandemia, ha spostato a sinistra i socialdemocratici nella campagna elettorale, puntando su welfare e soprattutto sull'istruzione che ritiene capace di far risalire la ricchezza del Paese, attribuendo invece l'aumento del debito pubblico solo alla pandemia e crisi in ucraina e dicendosi contraria a ogni taglio alla spesa.
La Coalizione di Orpo chiede misure di austerity per 6 miliardi di euro, per riportare il debito pubblico sui valori virtuosi dell'Ue. I Veri Finlandesi esprimono invece posizioni apertamente anti-migranti e euroscettiche, a partire dalla richiesta di non rispettare l'impegno per la neutralità climatica nel 2035, senza rinnegare il vecchio obiettivo nel lungo termine di 'Fixit', l'uscita della Finlandia dall'Unione europea.