Trionfo dei nazionalisti in Scozia - La mancata conquista dell'indipendenza dalla Gran Bretagna nel referendum di settembre 2014 non ha frenato le ambizioni dei nazionalisti scozzesi. Anzi, da quella sconfitta è partita la riscossa guidata dalla 44enne Nicola Sturgeon. Il suo Snp, Scottish National Party, ha ottenuto percentuali record nei collegi scozzesi sfiorando il cappotto totale: 56 seggi su 59. "Il leone di Scozia ha fatto sentire il suo ruggito, inconcepibile ignorarci", dichiara euforico l'ex leader Alex Salmond. L'Snp porta in Parlamento anche la più giovane deputata mai eletta dal 1667 a oggi, la 20enne Mhairi Black.
Labour, Miliband si dimette - Ci si aspettava un testa a testa. E invece la svolta "red" di Ed Miliband non ha convinto i sudditi di Sua Maestà. Il sogno del riscatto, per il Labour Party, si è trasformato in un incubo. Niente Downing Street, dunque. E il leader del partito si dimette: "La Gran Bretagna ha bisogno di un partito laburista forte ed è tempo che qualcun altro assuma la sua leadership", dichiara Miliband.
Flop anche per i Libdem. Clegg lascia - Il leader dei Libdem e vicepremier britannico uscente, Nick Clegg, ha salvato per un soffio il suo seggio di deputato, uno dei soli 8 conservati da un partito che ne ha persi 46 crollando di 15 punti percentuali. Una debacle che ha convinto Clegg a rassegnare le dimissioni "E' dolorosamente chiaro che è stata una notte crudele e punitiva", commenta Clegg ammettendo l'evidente disfatta elettorale.
Un seggio per l'Ukip, Farage via - L'Ukip, alleato con M5S all'europarlamento, conquista un solo seggio. E il suo leader, Nigel Farage, resta fuori dalla Camera dei Comuni. Nel suo collegio è stato battuto per circa 2mila voti dal conservatore Craig MacKinlay. "Mi levo un peso enorme - dice Farage annunciando le sue dimissioni - Non mi sono mai sentito più felice". Nel suo intervento Farage critica anche il sistema elettorale e la discrepanza fra il numero di seggi ottenuti, uno, e l'alta percentuale di voto popolare, oltre il 12%.
I mercati festeggiano - Tutt'altra atmosfera negli ambienti finanziari. La vittoria dei conservatori spinge la sterlina che, in avvio dei mercati, sale del 2,2%, il maggior balzo dal 2009, nei confronti dell'euro a 0,722 pence e dell'1,8% verso il dollaro a 1,551. Apertura in deciso rialzo anche per la Borsa di Londra. Il Ftse 100 ha aperto in aumento dell'1,19% per poi accelerare subito a +2%.
Affluenza in crescita - Affluenza al voto in aumento secondo i dati reali parziali, ma consolidati, diffuso dai media britannici. Dei quasi 50 milioni di cittadini aventi diritto si è recato giovedì alle urne oltre il 66%.