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Il leader Labour Jeremy Corbyn spera di poter sfilare seggi a Boris Johnson costituendo una coalizione alternativa e rinegoziare l'accordo sul divorzio con l'Ue in chiave più "europeista"
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Giovedì 12 il Regno Unito torna al voto per eleggere i 650 membri della Camera dei Comuni, che andranno a comporre il 58esimo Parlamento, a soli due anni e mezzo dalle elezioni del 2017. Questa volta la posta in gioco non è "solo" il governo del Paese, ma anche il destino della Brexit. La speranza del premier conservatore, Boris Johnson, è quella di conquistare una netta maggioranza, in modo da superare lo stallo parlamentare che gli ha impedito finora di far passare definitivamente l'accordo con l'Ue per la Brexit, che scade il 31 gennaio.
Labour grande sfavorito: Corbyn punta a creare una grande coalizione Sull'altro fronte il Labour guidato da Jeremy Corbyn, che tuttavia - stando ai sondaggi - ha probabilità quasi nulle di conquistare una maggioranza: potrebbe però cercare di mettere insieme una coalizione, in seguito alla quale rinegoziare in termini maggiormente "europeisti" l'intesa per la Brexit e poi sottoporla a un nuovo referendum.
Gli orari e gli exit poll I seggi apriranno alle 7 (ora locale, le 8 in Italia). Immediatamente dopo la chiusura (ore 22, le 23 in Italia), la Bbc, Itv e Sky News inizieranno a diffondere i primi exit poll. I media britannici fanno notare che alle precedenti elezioni in quattro casi su cinque si sono rivelati sostanzialmente corretti. C'è però la possibilità che se la forbice dei risultati sarà molto stretta, per avere primi dati consistenti si dovrà attendere l'avvenuto scrutinio di gran parte delle schede, scrutinio che proseguirà fino alle prime ore del mattino successivo. Un risultato ufficiale finale è atteso nella giornata di venerdì 13.
Chi va a votare Si calcola che saranno circa 45 milioni i britannici ad essere chiamati alle urne per eleggere i prossimi 650 membri della Camera dei Comuni. Ad avere diritto di voto sono i britannici dai 18 anni in su, compresi i cittadini della Repubblica d'Irlanda e quelli degli Stati del Commonwealth che però abbiano la loro residenza in Gran Bretagna. I cittadini residenti all'estero possono votare solo se nel corso degli ultimi 15 anni si sono registrati a votare.
Parola alla regina Sarà la regina Elisabetta II ad incaricare il vincitore delle elezioni a formare un nuovo governo, se dalle urne uscirà una chiara maggioranza. Se invece nessun partito raggiungerà la maggioranza assoluta e si creasse la situazione dell'"hung parliament", si apriranno le trattative per la formazione di una coalizione oppure per la creazione di un esecutivo di minoranza. Finora sono dati come favoriti i Tories guidati da Boris Johnson; ma sulla carta la strada per un eventuale governo di coalizione per BoJo sarebbe estremamente impervia, dato che il contrasto tra i conservatori e le altre forze politiche britanniche è netto. L'alleanza che Theresa May mise in piedi con il Dup nord-irlandese probabilmente non è replicabile, date le controversie tra questo partito e Johnson, proprio sul tema Brexit.
Bassissime le probabilità che siano i laburisti ad ottenere una maggioranza: vi è però la prospettiva di un'alleanza con lo Scottish National Party. A prezzo, tuttavia, di un referendum per l'indipendenza della Scozia, come ribadito numerose volte dalla leader dell'Snp, Nicola Sturgeon. Che è contraria alla Brexit come lo sono i Lib-dem guidati da Jo Swinson: difficilissima un'eventuale collaborazione con i Tory, più probabile, anche se non facilissima, un'intesa con il Labour.
Il sistema elettorale Il Regno Unito ha un sistema maggioritario relativo. Nel parlamento entra solo il candidato che ottiene il maggior numero di voti nella propria circoscrizione elettorale, i voti del candidato perdente cadono nel vuoto. Questo ovviamente favorisce i due partiti maggiori, ossia i conservatori e i laburisti, e in passato ha creato equilibri chiari in quanto a rapporti fra maggioranza e minoranza parlamentare (anche se, in realtà, in tempi recenti si è verificata più spesso la situazione dell'hung parliament). Delle 650 circoscrizioni elettorali presenti in Gran Bretagna, 533 si trovano in Inghilterra, 59 in Scozia, 40 nel Galles e 17 in Irlanda del Nord.