VOTO ATTESO

Elezioni Turchia, Erdogan stravince e il partito curdo crolla

All'Akp il 49,4% dei voti che permettono di ottenere 316 seggi. Ma non sono sufficienti per il cambio della costituzione. Scontri tra polizia e curdi, esplosione nella città di Nusaybin

02 Nov 2015 - 09:38

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Il vincitore delle elezioni in Turchia è soltanto uno: Recep Tayyip Erdogan. L'appello alla stabilità del presidente turco sfonda nell'elettorato nazionalista e riporta il suo partito Akp alla maggioranza assoluta persa a giugno. Con il 49,4% dei voti e 316 seggi, nel voto anticipato supera anche i sondaggi più favorevoli e promette di guidare ancora la Turchia per i prossimi 4 anni. I curdi perdono voti ma restano in parlamento: proteste in piazza.

Elezioni Turchia, Erdogan stravince e il partito curdo crolla

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Un risultato ottenuto nonostante il partito filo-curdo Hdp sia riuscito anche stavolta ad entrare in Parlamento superando la soglia di sbarramento record del 10%, perdendo un milione di voti rispetto a giugno ma diventando il terzo partito per numero di seggi (59) dopo il crollo del nazionalista Mhp, che si ferma a 41. Quasi nulla cambia per il socialdemocratico Chp, ancora una volta costretto all'opposizione: con il 25,4% e due seggi guadagnati rispetto a giugno (134) si conferma secondo partito in Parlamento.

Turchia: scontri tra polizia e curdiEsplosione nella città di Nusaybin

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Esplode la rabbia dei curdi - Ma nel sud-est a maggioranza curda della Turchia è subito esplosa la rabbia per un risultato inatteso che spezza il sogno di fermare il cammino del 'sultano'. A Diyarbakir manifestanti curdi hanno appiccato incendi ed eretto barricate, scontrandosi con la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni e una decisa repressione delle proteste. Un assaggio di quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi se Erdogan proseguirà nel muro contro muro. In tre mesi di guerra al Pkk, oltre 150 soldati e duemila combattenti curdi sono già morti. E adesso il timore è che la guerriglia possa spostarsi stabilmente nei centri urbani.

Ma non ha maggioranza per cambiare costituzione - Erdogan è però rimasto sotto la soglia dei 330 seggi necessaria per arrivare al referendum che gli avrebbe potuto permettere un cambiamento della Costituzione in senso presidenzialista. Erdogan sembra destinato a mantenere comunque il controllo del partito e quindi del potere. La sua figura di presidente super partes, cui lo avrebbe costretto un esecutivo di coalizione, adesso è per lui un lontano spauracchio. Da subito, e almeno per i prossimi quattro anni, sulla crisi siriana come su quella dei profughi il mondo dovrà ancora fare i conti con il 'sultano'.

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