L'ex leader dei Proud Boys, Enrique Tarrio, e il fondatore degli Oath Keepers Stewart Rhodes erano stati condannati a 22 e 18 anni di carcere: sono liberi grazie al neo presidente Usa
di Giulia BassiEnrique Tarrio, fondatore degli Oath Keepers © Afp
Nelle sue prime ore da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha, tra le altre cose, firmato l'ordine esecutivo per la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio 2021. In pratica i cosiddetti assalitori di Capitol Hill che erano stati condannati, sono stati liberati dal carcere di Washington. Si tratta di oltre 1.500 persone di nuovo a piede libero: ma chi sono? Tra loro ci sono l'ex leader dei Proud Boys, Enrique Tarrio, e il fondatore degli Oath Keepers Stewart Rhodes, leader dei movimenti statunitensi di estrema destra. Il 6 gennaio del 2021 una folla di sostenitori del tycoon fece irruzione nei locali del Senato e della Camera dei rappresentanti per impedire la certificazione della vittoria del democratico Joe Biden alle presidenziali del novembre precedente.
È arrivato dunque, come per altro annunciato in campagna elettorale, il perdono di Donald Trump. Il neo presidente americano aveva promesso, nei mesi scorsi, la grazia per i cosiddetti "ostaggi del 6 gennaio" (come vengono definiti dai supporter che per 900 giorni hanno stazionato fuori dal carcere a Washington, non lontano dal luogo dell'insurrezione), coloro che hanno messo a ferro e fuoco Capitol Hill, aggredito poliziotti con spranghe di metallo, terrorizzato politici e impiegati del Congresso. Tutti di nuovo liberi.
Trump ha graziato oltre 1.500 persone condannate, alcune per reati violenti, e così il nuovo commander-in-chief assolve anche se stesso da qualsiasi responsabilità per aver istigato, come hanno sostenuto i procuratori che lo hanno indagato, una rivolta contro la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020. "Queste persone sono state distrutte", ha dichiarato Trump prima di firmare nello Studio Ovale l'ordine esecutivo nel quale le condanne vengono definite una "grave ingiustizia".
Secondo i dati del dipartimento di Giustizia, sono circa 1.583 gli assalitori incriminati per l'attacco, di cui 600 accusati di aggressione, resistenza oppure ostacolo alle forze dell'ordine e 175 di utilizzo di un'arma mortale o pericolosa o di aver causato gravi lesioni personali a un agente. Tra loro ci sono anche le menti dell'insurrezione: Enrique Tarrio e Stewart Rhodes, già leader dei gruppi di estrema destra come Proud Boys e Oath Keepers, che erano stati condannati con pene rispettivamente a 22 e 18 anni di carcere. Entrambi, come confermato dai rispettivi avvocati, sono giù usciti di galera.
Enrique Tarrio, 42enne nato a Miami e di origine cubana, è considerato un promotore di violenza politica ed è stato il leader di un movimento, quello di Proud Boys appunto, considerato neo-fascista. Tarrio è stato arrestato a Washington giorni prima della rivolta per aver bruciato uno striscione di Black Lives Matter affisso su una Chiesa della Capitale ed essere stato trovato in possesso di caricatori per fucili ad alta capacità. Il giudice all'epoca della condanna sottolineò che pur non avendo partecipato all'insurrezione, il leader dei Proud Boys "aveva avuto un impatto enorme sugli eventi della giornata".
Rhodes, un ex paracadutista dell'esercito americano e avvocato laureato a Yale, ha guidato un contingente della sua milizia nella Capitale americana e ha tenuto nascoste le armi in una stanza d'albergo dall'altra parte del fiume Potomac, in Virginia, durante la rivolta. Non è mai entrato a Capitol Hill ma, secondo l'accusa, ha diretto i membri del suo gruppo dall'esterno e per questo è stato condannato nel 2023 a 18 anni di prigione. Rodi è nato nel 1966 in California ed è figlio di un marine. Cresciuto con la madre e la sua famiglia messicano-americana, lui stesso si è definito meticcio" e ha detto di avere antenati materni "indiani d'America" e ispanici. Gli Oath Keepers da lui fondati sono una milizia antigovernativa di estrema destra americana.
La decisione del presidente Trump ha indignato i democratici, e ha al tempo stesso messo in imbarazzo alcuni repubblicani. Anche alcuni poliziotti non l'hanno presa bene, soprattutto coloro che quel 6 gennaio ci hanno rimesso qualche ferita. "Sei persone che mi hanno aggredito mentre svolgevo il mio lavoro, che hanno minacciato me e la mia famiglia, ora saranno libere. Oggi siamo meno sicuri per colpa di Trump", ha attaccato uno dei feriti, l'agente Michael Fanone.
Julian Zelizer, uno storico della Princeton University citato dall'Associated Press, ha commentato: "Le implicazioni sono chiare. Trump farà di tutto per proteggere coloro che agiscono in suo nome. Questo è il culmine del suo sforzo di riscrivere il 6 gennaio, in questo caso usando la sua forza presidenziale per liberare coloro che hanno preso parte a un violento assalto al Campidoglio".