Il numero uno del social network invoca una regolamentazione ma invita anche alla prudenza
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Anche Mark Zuckerberg fa parte degli 87 milioni di persone i cui dati su Facebook sono stati impropriamente venduti a Cambridge Analytica. Lo ha dichiarato lo stesso fondatore e amministratore delegato del social network, durante la seconda giornata di audizioni al Congresso statunitense. "Penso sia inevitabile che serva una regolamentazione dei social media, ma bisogna stare attenti", ha poi detto rispondendo alla domanda di un deputato.
Zuckerberg ha esordito martedì al Senato portando prima di tutto le sue scuse e il suo rammarico davanti ai 44 membri della commissione congiunta Giustizia e Commercio: torchiato per cinque ore, ha portato poi mercoledì il suo mea culpa alla Camera. Ma non è bastato: le domande si sono fatte incalzanti, le richieste di garanzie più pressanti così come si è andato delineando chiaramente negli interventi di alcuni che hanno sottolineato come le sole scuse non saranno d'ora in poi sufficienti.
Ne ha fatto una lista una deputata, citando interventi ripetuti negli anni fino da quando Zuckerberg era ad Harvard dove ha ideato il network che ha cambiato il modo di scambiarsi informazioni sul web, ma che di volta in volta presentava imperfezioni e inciampava: "Stando a questi precedenti - ha detto poi - mi sembra che l'autoregolamentazione non funzioni".
Zuckerberg: "Sì alle regole, ma con attenzione" - Regole e privacy, queste dunque le preoccupazioni del Congresso. "Credo che sia inevitabile la necessità di alcune regole, ma bisogna fare attenzione" ha detto il fondatore di Facebook, toccando uno dei nervi scoperti e confermando in maggiore dettaglio una apertura già accennata mercoledì davanti ai senatori. Il suo appello è all'equilibrio, e alla necessità di evitare regole che finiscano per soffocare le startup tarpando le ali a sviluppo e novità.
Zuckerberg: "Violati anche i miei dati" - E poi Zuckerberg ha insistito sulla libertà di scelta degli utenti circa il livello di privacy nella condivisione di informazioni e contenuti, pur ammettendo che la gran parte non utilizza i controlli messi a disposizione dalla piattaforma per scegliere il livello di protezione del proprio profilo. Ma la domanda rivelatrice è diretta: "I suoi dati personali erano inclusi fra quelli violati da parti terze?" e la risposta non ha lasciato spazio a dubbi: "Sì".
Zuckerberg è stato quindi chiamato a spiegare in dettaglio come funziona la raccolta di dati, dallo scambio di foto alla storia sul browser. E su Cambridge Analytica è restato irremovibile, puntando il dito contro quella "parte terza" che ha agito a insaputa del network raccogliendo impropriamente dati di 87 milioni di utenti, Mark Zuckerberg compreso. E allora è tornato a rassicurare e ha confermato che è partito questa settimana il servizio di notifica per gli utenti i cui dati sono interessati dal caso.
Facebook risponde bene in Borsa dopo le audizioni - Intanto dagli investitori Zuckerberg ha incassato per il momento qualche segnale di fiducia con Facebook che è salita decisa a Wall Street mentre il suo Ceo era ancora sotto torchio al Congresso. Una tendenza che è stata confermata anche nel primo giorno di audizioni, in cui Facebook ha chiuso in forte rialzo sulla piazza di New York.
Rimosso Ceo di Cambridge Analytica - Prosegue intanto il terremoto su Cambridge Analytica. L'amministratore delegato, Alexander Tayler, è stato rimosso dal suo incarico e ritorna alla precedente posizione. E' quanto ha annunciato la stessa società di consulenza, accusata di aver impropriamente ottenuto i dati personali di 87 milioni di utenti Facebook. Tyler riprenderà il suo posto a capo della divisione dati "per focalizzarsi sulle varie inchieste e indagini", ha sottolineato il consiglio della società in una nota, secondo quanto riporta Bloomberg.